(Teleborsa) - I
vertici di alcune banche europee stanno segnalando una
crescente frustrazione verso l'azione della Vigilanza della BCE, in quanto credono che alcune richieste dei regolatori siano irragionevoli e che l'interferenza nella gestione degli istituti sia eccessiva. Lo scrive Bloomberg citando diverse conversazioni con banchieri e, in particolare, un episodio che riguarda Lorenzo Bini Smaghi, presidente della
Société Générale ed ex membro del consiglio esecutivo della BCE
Lo scorso mese
Bini Smaghi ha scritto alla banca centrale per protestare contro le
richieste dei funzionari di essere presenti alle riunioni del CdA, sostenendo che la pratica danneggia l'efficacia delle discussioni all'interno del board.
"Per quanto ne so,
nessun'altra autorità nelle principali economie avanzate partecipa alle riunioni del CdA e ai comitati nella sua attività di supervisione - ha scritto - Non la Federal Reserve, né la Banca d'Inghilterra, né la banca nazionale svizzera, né la Finma. Alcune autorità di vigilanza europee hanno adottato tale prassi in passato, apparentemente con scarsi vantaggi e serie preoccupazioni sollevate dai soggetti vigilati".
Nella lettera, indirizzata a Ramon Quintana, direttore generale della BCE, Bini Smaghi ha
chiesto un incontro con Enria e i presidenti di altri grandi istituti di credito europei "per uno scambio di opinioni su come garantire una corretta valutazione della governance delle banche".
Il Single Supervisory Mechanism "è stato creato per promuovere la sicurezza e la solidità del settore bancario e ci impegniamo ad adempiere a questo mandato e a valutare le banche rispetto a standard molto elevati - ha detto un portavoce della BCE a Bloomberg - Siamo sempre stati e rimaniamo
aperti al dialogo sull'efficienza e l'efficacia dei nostri processi di supervisione".