(Teleborsa) -
L'euro scambia ai massimi in tre settimane contro il dollaro, con la riconquista di larghe porzioni di territorio ucraino (ai danni della Russia) che spingono il sentiment sull'Eurozona. Allo stesso tempo, investitori e trader si trovano a valutare i
segnali "hawkish" giunti la scorsa settimana e nelle ultime ore da parte della Banca centrale europea (BCE) e di alcuni suoi funzionari. La valuta unica è salita fino a 1,0198 sul biglietto verde in apertura di giornata, per poi assestarsi su 1,0172 (+1,3%) alle 10.00 (ora italiana).
Francoforte ha attuato giovedì scorso un
corposo rialzo dei tassi da 75 punti base, e non è escluso che sia costretta ad attuare altri importanti incrementi del costo del denaro, secondo il presidente della Bundesbank. "Il passo di giovedì è stato un chiaro segno e se il quadro dell'inflazione rimane lo stesso,
devono seguire ulteriori passi chiari", ha detto Joachim Nagel domenica in un'intervista radiofonica. L'economista ha rifiutato di commentare l'entità di tali mosse, dicendo che le decisioni della banca centrale dipendono dai dati.
Le mosse sui tassi non sono gli unici fattori che pesano sull'andamento dell'euro. "Al di là della BCE, c'è molta attenzione su ciò che i politici europei possono fare per affrontare la
crisi energetica - sottolineano gli analisti di ING - Venerdì i ministri dell'Energia dell'UE sono stati divisi su alcune questioni, visti gli interessi nazionali. Mercoledì la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen consegnerà quanto concordato finora, anche se sospettiamo che non sarà sufficiente per dissipare i timori di una recessione europea questo inverno".
Intanto, secondo alcune fonti sentite da Reuters, i banchieri centrali di Francoforte vedono un
crescente rischio di dover portare il tasso di riferimento al 2% o oltre se le prime proiezioni sull'inflazione del 2025 - che verranno diffuse a dicembre - la indicheranno oltre il 2%.