(Teleborsa) - Il Consiglio di Amministrazione della
Banca Monte dei Paschi di Siena ha approvato il
nuovo Piano Industriale 2022–2026 "A Clear and Simple Commercial Bank", che si basa su tre pilastri: modello di business con
redditività sostenibile (grazie all'ottimizzazione della struttura organizzativa),
bilancio solido e resiliente (attraverso un aumento di capitale d 2,5 miliardi di euro atteso entro fine 2022) e
gestione delle legacy della banca (con un approccio basato su elementi fattuali e l'esperienza maturata nella gestione dei rischi legali straordinari).
Riorganizzazione e assettoA supportare l'implementazione del Piano saranno tre nuove Direzioni Commerciali: Retail, Imprese e Private, Large Corporate & Investment Banking. Sono previste inoltre la costituzione di una struttura di Cost Governance per garantire un efficace governo della spesa, e due dedicati presidi, uno dei clienti Premium a sviluppo del wealth management e uno per il consumer finance, per supportare il percorso di sviluppo dei ricavi commerciali. La semplificazione della struttura passa anche attraverso le fusioni per incorporazione in MPS di società controllate (MPS Capital Services, MPS Leasing & Factoring e MPS Consorzio Operativo).
Dipendenti e filialiLa trasformazione del modello di business comporterà un piano di uscite volontarie mediante il Fondo di Solidarietà che interesserà circa
4.000 risorse, con un risparmio dei costi pari a 270 milioni di euro su base annua a partire dal 2023, a fronte di costi di ristrutturazione pari a circa 0,8 miliardi di euro. Prevista la riduzione di
150 filiali (di cui 100 entro il 2024), che porterà il numero totale a circa 1.218.
Solidità bilancioDopo il completamento dell'aumento di capitale, è atteso un
CET1 Fully loaded del 14,2% al 2024 e del 15,4% al 2026, con significativi buffer rispetto ai requisiti regolamentari, nonostante i regulatory headwinds attesi e in ipotesi di distribuzione di dividendi dal 2025 (pay-out ratio del 30% sui risultati 2025-2026).
Per quanto concerne il
funding, è previsto il raggiungimento di una più stabile struttura, con rifocalizzazione verso depositi da clientela e raccolta istituzionale (previsti 12 miliardi di euro di nuove emissioni in arco Piano, anche a fronte delle scadenze delle emissioni in essere) e riduzione del ricorso a funding da banche centrali.
Riduzione crediti deterioratiAttesa in arco Piano una riduzione dello stock di crediti deteriorati di 1,3 miliardi di euro (dagli attuali 4,1 miliardi a 2,8 miliardi nel 2026), di cui 0,8 miliardi di
cessioni attualmente in corso e il cui completamento è previsto nel
secondo semestre 2022. Di conseguenza il Net NPE ratio è atteso ridursi dal 2,6% del 2021 all’1,9% nel 2024 all’1,4% nel 2026, con un livello di coverage rafforzato (53% nel 2024 e 59% nel 2026).
I target finanziariDall'implementazione delle iniziative di Piano, è atteso un contributo incrementale al
Risultato Operativo Lordo di 370 milioni di euro al 2024 e di Euro 527 milioni al 2026. Tale risultato atteso si articola in tre componenti: aumento dei ricavi commerciali (margine di interesse al netto del contributo TLTRO e commissioni) pari a circa 424 milioni al 2024 e circa 612 milioni al 2026; riduzione del contributo del TLTRO, dei ricavi da trading e di altri ricavi della gestione finanziaria pari a 303 milioni al 2024 e 306 milioni al 2026; riduzione dei costi operativi attraverso pari a 248 milioni al 2024 e 221 milioni al 2026.
Il
cost/income ratio è atteso passare dal 71% del 2021 al 60% nel 2024 e al 57% nel 2026. Il Piano prevede inoltre un
costo del rischio inferiore a 50pb al 2024 e al 2026, grazie alla riduzione del default rate, al rafforzamento dei sistemi early warning e monitoraggio del credito e alla gestione proattiva del portafoglio crediti deteriorati anche attraverso operazioni di cessione.
Atteso un
utile ante imposte pari a 705 milioni di euro nel 2024 e 909 milioni di euro nel 2026 ed un
utile netto di 1.003 milioni di euro al 2024 (che beneficia del reassessment di DTA) e di 833 milioni di euro al 2026, con ritorno alla distribuzione dei dividendi a partire dal risultato 2025 (pay-out del 30% in 2025-2026).