(Teleborsa) - La seduta borsistica odierna è stata positiva, anche se
i mercati si attendevano qualcosa di più dalla riunione straordinaria della BCE. Non sono infatti emersi dettagli sullo strumento anti-frammentazione che dovrebbe servire in caso di pericoloso allargamento degli spread dei paesi periferici dell'eurozona. L'annuncio di oggi
ricalca la vaghezza del meeting di settimana scorsa, mentre ormai sembra chiaro che l'Eurozona si trova in una situazione tale per cui la pandemia ha lasciato vulnerabilità durature. Pertanto, la flessibilità rimarrà una parola chiave nell'azione di Francoforte.
"Sebbene l'annuncio della BCE non abbia aggiunto molto a quanto già sapevamo, il segnale è chiaro. Non si tratta di un momento di "whatever it takes" per la Lagarde, ma
la BCE ha mostrato dove si colloca la "soglia di dolore" - ha commentato Annalisa Piazza, analista di ricerca sui titoli a reddito fisso di MFS Investment Management - Nell'attuale contesto economico e di mercato, non sono graditi rischi non necessari di riaccendere i problemi di sostenibilità del debito, come abbiamo visto quando la bancarotta dell'euro era una possibilità non banale".
Di certo, la BCE non si aspettava l'allargamento dello spread che c'è stato negli ultimi giorni e la riunione convocata all'improvviso segnala che questo movimento è ritenuto scomodo per l'attuazione della politica monetaria. Andrew Mulliner, Head of Global Aggregate Strategies di Janus Henderson, parla di "una situazione un po' bizzarra" nella quale giovedì viene annunciata la fine degli acquisti di asset e sei giorni dopo si tiene una riunione d'emergenza in cui la BCE "annuncia uno strumento (reinvestimenti flessibili del PEPP) che aveva già ripetutamente annunciato e la promessa di uno strumento anti-frammentazione da progettare". "Il documento mette in luce il paradosso che la BCE si trova ad affrontare - aggiunge - ovvero fissare una politica del tasso d'interesse unico per adattarsi a un gruppo di paesi piuttosto eterogenei".
Secondo alcuni osservatori è probabile che la BCE annunci il nuovo strumento anti-frammentazione già a luglio, quando potrebbe aumentare i tassi di riferimento per la prima volta dal 2011, anche se non è chiaro di cosa si tratta. Secondo Pietro Baffico, European Economist di abrdn, un nuovo strumento potrebbe assumere diverse forme: un nuovo pacchetto di acquisti (simile al PEPP pandemico) o uno strumento di backstop illimitato (simile all'OMT). "Nel primo caso, verrebbe indicata la portata complessiva e gli acquisti potrebbero iniziare a breve - ha spiegato - Analogamente al PEPP, potrebbe essere più facile deviare rispetto ai capital key con poche condizionalità, anche se non sarebbe indefinito. Nel secondo caso, più simile all'OMT, potrebbe esserci un backstop illimitato. Questa potrebbe essere l'opzione più efficace, con una riduzione degli spread al momento dell'annuncio e con la possibilità di non attivarlo fino a quando non sarà necessario, allo stesso modo del discorso di Draghi del luglio 2012".
Al di là della forma che questo strumento assumerà, bisogneà vedere poi l'accoglienza che i mercati gli riserveranno. "Anche la capacità di strumenti aggiuntivi per mitigare l'effetto del rialzo dei tassi sulla stabilità finanziaria dell'Europa periferica rimane tutta da dimostrare - ha detto Michele Morra, Portfolio Manager di Moneyfarm - Riteniamo però che la flessibilità a cui la BCE ambisce sia un aspetto fondamentale per i rendimenti obbligazionari dell'Europa periferica, non solo grazie al contenimento diretto degli spread derivante dall'acquisto di titoli, ma anche per l'impegno stesso della Banca Centrale ad intervenire in situazioni di stress".