(Teleborsa) - Quale può essere la soluzione migliore e sostenibile per adottare e centrare gli
obiettivi di riduzione delle emissioni e di utilizzo di fonti rinnovabili secondo gli obiettivi fissati dalla direttiva sulle
fonti rinnovabili REDII – che prevede che i fornitori di benzina, diesel e metano di conseguire entro il 2030 una quota pari al 16% di fonti rinnovabili sul totale di carburanti immessi a consumo? Non esiste un’unica risposta, ma sicuramente una tessera del puzzle è la necessità di porre le basi di sviluppo di una nuova industry, rispettosa di criteri di sostenibilità e circolarità.
Per
AssoDistil, Associazione Nazionale Industriale Distillatori di Alcoli e Acquaviti, la strada da percorrere è l’utilizzo del
bioetanolo sostenibile, risorsa già disponibile in Italia e che non necessita di nuove infrastrutture, un biocarburante 100% rinnovabile in grado di ridurre le emissioni di almeno il 75% rispetto ai carburanti fossili. Proprio questi temi sono stati al centro del
workshop “Bioetanolo: la mobilità sostenibile è ora!” – organizzato da AssoDistil per sensibilizzare i decisori politici e l’opinione pubblica su questa importante risorsa.
Con la RED II ed il
Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) del 2020, il nostro Paese ha introdotto un obbligo progressivo di
biocarburante miscelato con la benzina pari allo 0,5% nel 2023 e al 3% nel 2025. Dal momento che oggi il bioetanolo è probabilmente l’unico biocarburante miscelabile con la benzina, AssoDistil stima che l’adozione di questa norma possa tradursi in una quota di questo prodotto pari ad almeno 55ktonn/a nel 2023 ed almeno 320 ktonn/a nel 2025 e che sostituirà pari quantità di fonti fossili.
Il bioetanolo può essere ottenuto anche da scarti agro-alimentari (bioetanolo avanzato) ed è perfettamente compatibile con le attuali
motorizzazioni del parco auto circolante e quindi non presenta alcuna necessità di costose infrastrutture – come invece accade per altri vettori energetici. Il bioetanolo è infatti miscelabile con la benzina senza alcuna necessità di interventi sulle vetture circolanti fino ad almeno il 10%, che è di fatto lo standard utilizzato nei maggiori Paesi dell’Unione Europea. Inoltre, il bioetanolo viene prodotto in Italia da filiere certificate sostenibili che utilizzano residui agricoli, come ad esempio vinacce, fecce, biomasse no-food dedicate e scarti agroindustriali. Questo pone le basi anche per una
conversione industriale della
petrolchimica verso una chimica verde, che in Italia presenta assolute eccellenze essendo stati i primi al mondo a sviluppare una tecnologia per la produzione di bioetanolo a partire da cellulosa.
Per l’Italia, a fronte di una domanda certa di almeno il 10% di bioetanolo nella benzina entro il 2030 e di una strategia di incentivi pubblici per la realizzazione degli investimenti, si potrebbero prevedere quindi la realizzazione di almeno
15 nuovi impianti con la conseguente mobilizzazione di circa
1,5 miliardi di euro di investimento,
16mila nuovi posti di lavoro nell’industria, oltre a 30mila nella filiera agricola con un’integrazione complessiva al reddito di circa 1,5 miliardi. Questo senza considerare la possibilità di utilizzare parte degli oltre 3 milioni di ettari di terreni inattivi in Italia per coltivare la materia prima per la produzione di bioetanolo avanzato.
“In momenti terribili come quelli che stiamo vivendo da un paio di mesi a questa parte a seguito del conflitto russo-ucraino – dichiara il Presidente AssoDistil,
Antonio Emaldi – il ricorso a fonti energetiche alternative a quelle fossili, come appunto il bioetanolo, appare oltremodo indispensabile per affrancarci il più possibile da importazioni di petrolio e, nel contempo, migliorando l’impatto ambientale. E’ sotto gli occhi di tutti che l’aumento dell’inflazione, dei costi energetici, delle materie prime e della logistica stanno mettendo a dura prova la tenuta del sistema Europa, sia a livello sociale che industriale. Nella speranza che il conflitto non si estenda e termini nel più breve tempo possibile, è comunque nostro dovere pensare che solo con la costruzione di nuova industria e posti di lavoro si potranno mitigare tutte le negatività prima espresse. E il bioetanolo rappresenta per il nostro Paese una opportunità che va certamente colta.”
“Come AssoDistil chiediamo obiettivi vincolanti e crescenti di immissione in consumo di bioetanolo, sia convenzionale che avanzato nella filiera della benzina almeno fino al 2030 per garantire un adeguato abbattimento di emissioni.” – spiega
Sandro Cobror, Direttore di AssoDistil. “Inoltre, le accise gravanti sul bioetanolo sono inspiegabilmente equiparate a quelle della benzina che sono tra le più alte tra tutti i carburanti in commercio. Auspichiamo in questo senso una revisione delle accise in modo che tengano conto dell’impatto ambientale dei singoli carburanti: paga di più chi inquina di più. In ultimo, come associazione, chiediamo un supporto agli investimenti in impianti per la produzione di bioetanolo avanzato accanto a uno snellimento burocratico che ad oggi rischia di penalizzare troppo il settore”.