(Teleborsa) - Il
presidente ucraino Volodymyr Zelensky torna ad
accusare l'UE di fare troppo poco per fermare la Russia e di continuare ad
acquistare petrolio e gas russi. Un commercio che quest'anno frutterà a Mosca 300 miliardi di dollari, "soldi sporchi del sangue di altre persone".
Zelensky chiama in causa
soprattutto la Germania e l'Ungheria, che accusa di frenare gli sforzi finalizzati ad un embargo sui prodotti energetici. "Alcuni dei nostri amici e partner capiscono che ora è un momento diverso, che non è più una questione di affari e denaro, ma è una questione di sopravvivenza", ammette.
Una risposta alle affermazioni del Presidente russo
Vadimir Putin che, parlando delle forniture di gas all'Europa, aveva affermato che è "
impossibile per Paesi ostili poter fare a meno delle risorse energetiche russe, incluso il gas naturale" e che attualmente "per l’Europa il suo sostituto semplicemente non c’è".
Le
atrocità commesse dalle truppe russe a Mariupol e nella periferia di Kiev, a Bucha e Borodyanka - avverte ancora Zelensky - hanno
ulteriormente ridotto le possibilità di colloqui di pace con i russi.
Dagli
USA intanto il Consigliere per la Sicurezza Nazionale,
Jake Sullivan, avverte che "qualsiasi
tentativo della Russia di ostacolare il trasferimento di armi all’Ucraina rischia di
innescare un’escalation e "se i russi dovessero colpire una qualsiasi parte di territorio della Nato, dove le attrezzature militari vengono assemblate, questo comporterebbe l’invocazione dell’articolo 5 e cambierebbe completamente il gioco".