Facebook Pixel
Milano 19-nov
33.325 0,00%
Nasdaq 19-nov
20.685 +0,71%
Dow Jones 19-nov
43.269 -0,28%
Londra 19-nov
8.099 0,00%
Francoforte 19-nov
19.060 0,00%

Ex Ilva, si complica dossier: non c'è intesa su CIG

Sindacati sul piede di guerra

Economia
Ex Ilva, si complica dossier: non c'è intesa su CIG
(Teleborsa) - Niente intesa sulla Cig e dossier ex-Ilva sempre più complicato con i Sindacati sul piede di guerra. "Durante la trattativa come sindacato abbiamo fatto il possibile per colmare le distanze che c'erano con l'azienda; sia sui numeri dei lavoratori che sarebbero stati interessati dalla procedura, che sulle modalità di gestione della stessa, nonchè del trattamento dei ratei per i lavoratori posti in cassa questo perchè ormai i loro salari sono stati falcidiati per troppi anni dagli strumenti di ammortizzatori sociali utilizzati". Lo afferma il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D'Alò, dopo il mancato accordo sulla cassa integrazione per il gruppo Acciaierie D'Italia (ex-Ilva).



"Fino all'ultimo minuto a disposizione abbiamo cercato di far ragionare l'azienda per farle assumere scelte di responsabilità verso i lavoratori. L'azienda ha perso un'occasione importante per cambiare il futuro dell'ex Ilva e dare una speranza a tutti lavoratori. Invece, ancora una volta, sono gli stessi lavoratori a pagare il costo più alto di una situazione che va avanti ormai da troppo tempo e che è figlia di un fallimento aziendale e politico", sottolinea in una nota Rocco Palombella, segretario generale Uilm.

"Si è concluso con un mancato accordo l'incontro presso il Ministero del Lavoro per la procedura per la richiesta di cassa integrazione straordinaria da parte di Acciaierie d'Italia. La Fiom ha riconfermato la disponibilità ad un accordo di transizione per 12 mesi considerando la straordinarietà e l'incertezza del contesto, senza mettere in discussione l'accordo del 2018 e la piena occupazione. Acciaierie d'Italia ha invece introdotto elementi che avrebbero predeterminato il futuro confronto sul piano industriale e occupazionale. Non si può ipotizzare il ricorso ad uno strumento per 12 mesi e prevedere il rientro dei lavoratori nel 2025 vincolato ad una risalita produttiva diversa da quella definita nel 2018. Si è persa l'occasione di affrontare una fase di transizione così delicata e complessa con adeguate relazioni sindacali", dichiarano in una nota congiunta Francesca Re David, segretaria generale Fiom-Cgil e Gianni Venturi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile siderurgia.

Per il segretario con delega Appalto e Territorio della Fim Cisl Taranto Brindisi, Pietro Cantoro "per evitare il baratro, a fronte del disastroso e drammatico contesto posto in essere auspichiamo un definitivo cambio di passo, che vada nella direzione di smorzare le grandi tensioni sotto il profilo economico e sociale che si sono abbandonate e scaricate alla collettività".
Condividi
```