(Teleborsa) - La futura Manovra economica preoccupa gli industriali italiani. Secondo il Centro Studi Confindustria, che oggi ha
tagliato le stime sulla crescita tricolore,
se le coperture della Legge di Bilancio - che si profila "imponente" -
non saranno "ben definite si rischia, ex post, un rapporto deficit/PIL più alto", nel lungo periodo, rispetto al
2,4% indicato dal Governo.
Il CSC segnala almeno
tre rischi all'orizzonte: un
ulteriore aumento dello Spread, l'
apertura di una procedura d'infrazione in sede europea e il
downgrade dell'Italia da parte delle agenzie di rating.
Il CSC mette inoltre in guardia dai
rischi derivanti dalla revisione della legge Fornero sulle pensioni: "sarebbe
cruciale non fare retromarcia rispetto alle riforme pensionistiche degli scorsi anni", avvertono gli economisti di Viale dell'Astronomia, spiegando che in un sistema come quello italiano "dove i contributi di chi lavora servono ogni anno a pagare le pensioni di chi si è ritirato dalla vita attiva" renderebbe necessario "un aumento del già elevato prelievo contributivo sul lavoro". Dunque "è opportuno evitare passi indietro pericolosi rispetto a quel processo di riforma del sistema pensionistico in atto dal 1992, che ha reso la spesa previdenziale italiana sostenibile nonostante l'invecchiamento della popolazione".
Confindustria ha ricordato che l'intenzione del governo "è quella di introdurre il meccanismo di quota 100 per permettere l'anticipo della pensione: se cosi', molto dipenderà da come effettivamente il meccanismo sara' definito". L'impatto sui conti pubblici e sul debito pensionistico "sarebbe, per esempio, ridotto nel caso in cui l'uscita anticipata fosse accompagnata da un ricalcolo dell'assegno".