(Teleborsa) -
Confindustria più pessimista sulla crescita dell'Italia. Il Centro Studi della Confederazione degli industriali si attende infatti un
PIL all'1,1% nel 2018 e allo 0,9% nel 2019, in ribasso in entrambi gli anni di 0,2 punti percentuali rispetto alle stime di giugno.
La revisione, come si apprende dagli ultimi "Scenari economici", deriva dall'
andamento inferiore alle attese nel secondo trimestre 2018 e da un
profilo rivisto al ribasso per la seconda parte dell'anno.
Tra i
possibili rischi al ribasso figurano l'eventuale
impatto restrittivo sui bilanci di imprese e famiglie a seguito
dell'ormai prossima fine della politica monetaria iper-espansiva della Banca Centrale Europea; l'
epilogo degli incentivi sugli acquisti di beni strumentali; un'eventuale
diminuzione della fiducia dei mercati sulla sostenibilità dei conti pubblici italiani, legata all'incertezza sulle scelte di politica economica del nuovo Governo, che verranno definite nella Legge di bilancio in ottobre.
In particolare, sostiene il CSC, "
potrebbe accentuarsi l'aumento del rendimento del Btp decennale, già cresciuto al 3,15% (dal 2,89%) il giorno dopo il
Consiglio dei ministri del 27 settembre. Questo
peggiorerebbe le condizioni del credito per famiglie e imprese e il costo per la finanza pubblica".
Tornando alle previsioni, Confindustria stima una
disoccupazione in calo al 10,9% nel 2018 e al 10,6% nel 2019. Ma nonostante i miglioramenti del mercato del lavoro italiano registrati negli ultimi anni
"la disoccupazione resta alta" con più di 2,8 milioni di persone in cerca di un impiego e con l'emergenza giovani" sottolineano da Viale dell'Astronomia, precisando che è troppo presto per valutare l'impatto del decreto dignità.
Infine, guardando ai conti pubblici,
il rapporto debito pubblico/PIL scende al 130,9% nel 2018 e al 130,7% nel 2019. Mentre
per il deficit/PIL la stima è dell'1,8% nel 2018 e del 2% nel 2019.