(Teleborsa) - Sull'Italia "quello che ha detto
Juncker è che dobbiamo essere rigorosi ma equi". A parlare il vicepresidente della Commissione europea,
Valdis Dombrovskis che cerca di chiarire la posizione di Bruxelles dopo che il Presidente della Commissione europea
Jean Claude Juncker ha
lanciato una sorta di
ultimatum all'Italia dicendo che se il Paese "vuole un trattamento particolare supplementare, questo vorrebbe dire la fine dell'euro". La querelle nasce dal fatto che tra Italia e
Unione europea ormai è scontro aperto
dopo la decisione del Governo di fissare, nella prossima Legge di Bilancio, un rapporto deficit/PIL del 2,4%.
Sulla base di quanto annunciato dalla maggioranza di Governo "da quello che vediamo il
Bilancio dell'Italia sembra non conforme con le regole del Patto di stabilità e di crescita, ma alla Commissione europea siamo pronti a discutere con le autorità italiane nella speranza che il bilancio venga rimesso in linea con i requisiti del Patto", ha spiegato il vicepresidente della Commissione europea, giungendo all'
Ecofin.
"
La Commissione ha introdotto una comunicazione sull'uso della flessibilità, e l'Italia è il Paese che più ne ha beneficiato. Ora, il problema è che le discussioni sulla bozza di Manovra vanno in una direzione che sostanzialmente oltrepassa questa flessibilità, e Juncker ha detto che dobbiamo applicare le regole del Patto. Ed è quello che la Commissione è pronta a fare".
Dombrovskis non ha invece voluto commentare le istanze di ritorno alla lira espresse da un esponente politico in Italia. "Non mi presto a queste speculazioni".
"Spero che non ci sia bisogno di impegnarsi in questo tipo di speculazioni, abbiamo visto tante dichiarazioni sul tema anche contraddittorie", ha detto il vicepresidente della Commissione Ue che ha così risposto alle domande sulle dichiarazioni di
Claudio Borghi, Presidente della commissione bilancio della Camera sui vantaggi di un ritorno a una valuta nazionale.