(Teleborsa) - Il contratto della scuola diventa esecutivo: la
bozza di accordo, sottoscritta all’Aran il 9 febbraio scorso, avrà i suoi
effetti in busta paga con ogni probabilità
nel mese di aprile.
"Il problema è che l'entità degli aumenti è vergognosamente bassa" - tuona il
sindacato della scuola, Anief -. Perché "Flc-Cgil, Cisl e Uil hanno sottoscritto incrementi stipendiali pari allo 0,36% per il 2016 rispetto a +8,52%, dell'1,09% rispetto al 9,32% per il 2017, del 3,48% rispetto all'11,12% del 2018: questo è l'aumento del costo della vita registrato negli ultimi dieci anni".
"Queste
somme – ricorda
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - quando divise per il lordo Stato (1,3838) e, poi, a fine anno decurtate dalla tassazione (in media del 35%), risultano
lontanissime dall'aumento del costo della vita, unico parametro costituzionale da rispettare per stabilire se gli aumenti sono equi -".
Basti pensare che - aggiunge il sindacalista -
in assenza della firma del contratto, la legge italiana prevede l'erogazione del 50% mensile del tasso di inflazione programmata, tasso anch'esso bloccato dal 2008 al 2021 da una legge ?che presto sarà scrutinata dalla stessa Consulta che nel giugno 2015 aveva già fornito una chiara indicazione".
Il presidente Anief, conclude facendo sapere che il sindacato mette
a disposizione dei docenti e Ata "un modello di diffida che interrompe i termini di prescrizione delle somme loro sottratte indebitamente dallo Stato, in modo da recuperare quell'indennità di vacanza contrattuale".