(Teleborsa) -
Qualche schiarita per le banche venete? Le travagliate
Veneto Banca e
Banca Popolare di Vicenza, alle prese con un faticosissimo ed incerto
piano di "ristoro" per gli azionisti, per il quale la prima dice di aver raggiunto già il 60% di adesioni, potrebbero accedere alla
procedura di emergenza prevista dal governo italiano mediante garanzie statali. La stessa usata per
Banca MPS.
La riunione dei CdA dei due istituti veneti, tenutisi ieri, ha accertato la
presenza dei requisiti necessari alle due banche per accedere alla procedura in questione. L'accertamento dei requisiti su base stand alone sarebbe propedeutico ad una ricapitalizzazione di emergenza delle banche in vista di una successiva fusione, ma era
dovuto alla Bce che ha chiesto ai due istituti una "risposta" sui rispettivi piani di salvataggio.
Per le due banche si parla ancora di un
aumento di capitale da 5 miliardi, oltre al miliardi anticipato dal
Fondo Atlante, ma i soci del fondo istituito per "alleviare le sofferenze" non sembrerebbero inclini ad usare queste risorse per una nuova ricapitalizzaizone, dato che Atlante ha già speso 2,5 miliardi in sede di Ipo. E' quanto emerge dalle dichiarazioni rilasciate ieri dal numero uno di
Intesa Sanpaolo,
Carlo Messina, secondo il quale
"Atlante è pronta a comprare sofferenze" (
NPL ) delle due banche, ma per il banchiere
"più di quello che ha fatto non può fare".
Unica garanzia per gli investitori? Per Carlo Messina è la presenza di un manager competente e di esperienza come Viola.