(Teleborsa) - Primo giorno di lavoro alla Casa Bianca "a tempo pieno"
e subito Donald Trump firma tre provvedimenti che confermano quanto promesso in campagna elettorale. Ovvero stop al TPP, ovvero Trans Pacific Partnerships, quel trattato di libero scambio con 11 Paesi dell'area asiatica che si affacciano sull'Oceano Pacifico voluto fortemente da
Barack Obama, frutto di due anni di complesse trattative diplomatiche. E poi la firma che di un ordine esecutivo che
congela le assunzioni con fondi del Governo federale, ad eccezione che per i militari, e la reintroduzione del " ", ristabilendo il divieto di finanziamento con fondi federali per le Organizzazioni non governative internazionali che praticano aborti.Il
TPP a dire il vero
era stato sempre giudicato "pericoloso" da Trump per l'industria americana e quindi era pressoché scontato che il nuovo Presidente Usa avrebbe posto il proprio veto. Una "cancellazione" peraltro
neppure troppo complicata, dal momento che il Senato Usa non aveva ancora ratificato la sua approvazione. Quel che
"suona strano" è che con questo ordine esecutivo Donald Trump ha concesso un inaspettato regalo a quella Cina che a più riprese ha ripetutamente mostrato di voler contrastare. Pechino, infatti, non aveva aderito al trattato. La nuova Amministrazione Usa dovrà ora regolare i suoi rapporti con le economicamente forti nazioni asiatiche tramite accordi bilaterali che dovranno essere negoziati ex novo.
Anche
l'esclusione dei militari dal congelamento delle assunzioni da parte del Governo federale
non è stata una sorpresa, dal momento che Donald Trump ha sempre ribadito con forza l'amicizia e l'ammirazione verso i componenti delle Forze armate e delle Forze di sicurezza. Come del resto
aveva ancora una volta dimostrato nelle precedenti 24 ore durante la visita al quartier generale della Cia di Langley, vicino a Washington.Anche l'abolizione del
"Mexico City abortion rules" non è stata una sorpresa. Anzi. Introdotto nel 1984 dai democratici da sempre favorevoli all'aborto, il provvedimento era stato immediatamente abrogato non appena un Presidente repubblicano, tradizionalmente conservatore, è tornato alla Casa Bianca.
Per poi essere reintrodotto al successivo ritorno dei democratici. E così via, in un'altalena di cancellazioni e reintroduzioni.Il primo giorno di lavoro di Donald Trump era in realtà cominciato di buon mattino, prima delle 9,
quando il Presidente aveva incontrato alcuni Big dell'industria americana. A tutti Trump ha chiesto la piena collaborazione per elaborare piani che stimolino i rispettivi settori e favoriscano lo sviluppo produttivo e l'occupazione. Allo stesso tempo,
il Presidente ha minacciato pesanti rappresaglie dal punto di vista fiscale per tutte le aziende che "delocalizzeranno" i propri impianti trasferendoli al di fuori del territorio degli Stati Uniti d'America, per poi rivenderne i prodotti negli Usa con margini più elevati di guadagno, per il prezzo più basso della manodopera.