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Temi caldi sul tavolo della BCE: dall'Italia alla Brexit, senza dimenticare gli stimoli

il Consiglio direttivo ha molti temi caldi da affrontare, senza dimenticare le rimostranze tedesche alla politica infinita dei "tassi zero"

Economia
Temi caldi sul tavolo della BCE: dall'Italia alla Brexit, senza dimenticare gli stimoli
(Teleborsa) - La riunione del Consiglio direttivo della BCE iniziata ieri sera, 18 gennaio 2017, non dovrebbe assumere decisioni sulla politica monetaria dellEurozona, dopo che a dicembre la BCE ha deciso di prorogare il piano QE a tutto il 2017. Una riunione perlopiù operativa, dunque, su questa materia, anche se se il mercato oggi, 19 gennaio 2017, tenterà di tastare il polso con la consueta conferenza stampa di Mario Draghi, in calendario come sempre alle 14:30.

In mancanza di temi caldi sulla politica monetaria, i banchieri centrali si sono trovati a discutere di qualche argomento più urgente, in particolare riguardo alla politica economica.

In primo piano la Germania ed il fronte filo-tedesco, che mette in discussione i presunti "favoritismi" che la politica dei "tassi zero" dell'Eurotower starebbe attuando verso alcuni Paesi periferici dell'Area Euro. In particolare si cavilla sull'opportunità di proseguire troppo a lungo il piano di stimoli, che sta facendo crollare i rendimenti ed impennare l'inflazione.

Fra i temi trattati anche quelli riguardanti le incertezze future, in merito alla politica economica e non solo dell'Area Euro, ma anche degli Stati Uniti, dato che nulla si sa ancora riguardo le mosse future del nuovo Presidente Donald Trump.

Poi, sul tavolo c'è anche il caso Italia, sia con riguardo al pressing dell'UE sulla correzione dei conti pubblici, sia relativamente alle conseguenze della nazionalizzazione di MPS.

E poi il nodo della Brexit, sulla quale la Corte Suprema inglese di pronuncerà la prossima settimana e dalla quale dipenderà sia la tempistica che il risultato delle trattative di uscita dal mercato unico. La Premier inglese Theresa May nei giorni scorsi ha già eslcuso un approccio "hard" alle trattative: la Gran Bretagna non punterà a rimanere nel mercato unico, ma tenterà di sfruttare l'unione doganale per una nuova intesa commerciale.
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