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Confindustria attende un'altra frenata del PIL. Italia fanalino di coda in UE

Economia
Confindustria attende un'altra frenata del PIL. Italia fanalino di coda in UE
(Teleborsa) - Dopo il +0,3% messo a segno dal PIL italiano nel 3° trimestre, gli indicatori disponibili puntano a un nuovo rallentamento nel 4° trimestre (+0,1%). La variazione acquisita per il 2016 è di +0,8%. E' questa la previsione formulata nell'ultimo rapporto "Congiuntura Flash" dell'Ufficio Studi Confindustria (CSC).

Lo scenario globale - si sottolinea - registra contemporaneamente progressi nell'economia ed ulteriori turbolenze sul fronte politico, sul quale un po' di nebbia ha iniziato a diradarsi: si sta chiarendo chi governerà paesi chiave come gli Stati Uniti.

Per gli esperti, la vera svolta che si sta materializzando è il ritorno a politiche di bilancio espansive, ma il quadro è connotato da tinte protezionistiche, molto gettonate alle consultazioni elettorali e che, se tradotte in misure, farebbero salire i costi e ridurre le opportunità di investimento, a scapito delle classi sociali che si vuole tutelare.

Nelle presidenziali USA - si ricorda - ha vinto la promessa di una forte spinta alla domanda interna, da riservare all’offerta domestica via innalzamento di barriere tariffarie; ed è bastata tale vittoria a innescare reazioni festanti dei mercati; il paradosso è che queste hanno nell’immediato segno restrittivo (aumento dei tassi e rivalutazione del cambio).

La prossima scadenza foriera di incertezza è il referendum costituzionale italiano. Tutto ciò accade mentre il PIL mondiale ha riaccelerato in estate e gli indicatori qualitativi mostrano un buon avvio d’autunno. A cominciare dalla locomotiva americana, pronta ad acquistare nuovo slancio ora che si è lasciata alle spalle l’incognita elezioni. Nei principali emergenti, Cina in testa e fatta eccezione per il Brasile, si registrano più alti ritmi di sviluppo.

Perfino l’Eurozona, grazie soprattutto agli effetti diretti e indiretti dell’azione della BCE, sfoggia un’inattesa vivacità, con la Germania che dà il la.

L’Italia rimane fanalino di coda, nonostante l’incremento di attività messo a segno nel terzo trimestre, cui sta seguendo un’altra frenata nel quarto. L’occupazione in rapido aumento e i maggiori salari reali sostengono il reddito delle famiglie italiane, che rimangono prudenti nella spesa. Gli investimenti rispondono in presa diretta agli incentivi fiscali, come suggerisce il balzo in ottobre degli ordini di beni strumentali, e daranno un forte contributo alla crescita nel prossimo biennio. Rimane l’handicap della contrazione del credito alle imprese, tra le quali sale la quota di quelle cui sono negati i prestiti richiesti: la creditless recovery non può che rimanere lenta e affannosa.
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