(Teleborsa) - Dopo il
via libera della Cassazione al referendum Costituzionale,
Matteo Renzi torna a parlarne rimarcandone l'importanza. "Questo referendum non è il mio referendum, perché questa riforma ha un padre che si chiama
Giorgio Napolitano. Ho fatto un errore a personalizzare troppo, bisogna dire agli italiani che non è la riforma di una persona, ma la riforma che serve all'Italia", ha detto ieri il presidente del Consiglio alla festa dell'Unità di Bosco Albergati (Modena).
"A questa riforma nel merito è quasi impossibile votare no. Il referendum prevede un sì o un no, se si dice no rimane tutto come è adesso", "se il referendum passa, i 500 milioni risparmiati sui costi della politica pensate che bello metterli sul fondo della povertà e darli ai nostri concittadini che non ce la fanno".
Ripercorrendo le riforme approvate sinora dal suo governo, Renzi ha tuttavia ammesso che "ci sono ancora un sacco di cose da fare, come le
pensioni, è un tema sul quale bisogna lavorare perché in passato si è intervenuto con l’accetta, c’è uno scalino tropo grosso e le pensioni minime sono troppo basse. Quindi deve esser chiaro che dovremo trovare risorse in più per le pensioni".
Il premier ha poi invitato i militanti del Partito Democratico a non farsi prendere da quella che ha definito la "sindrome Bertinotti": "se qualcuno ha la sindrome Bertinotti per cui chiede sempre di più per non ottenere nulla, io dico che noi dal questa sindrome siamo immuni: basta con la rissa continua".