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Immobiliare, c'è qualche segno di ripresa ma non la svolta

Economia
Immobiliare, c'è qualche segno di ripresa ma non la svolta
(Teleborsa) - L'immobiliare mostra più chiari segni di recupero, che non riguardano solo il settore residenziale, che ha segnato un +3,6% nel 2014 e +6,5% nel 2015, ma oggi anche il commerciale. E' quanto emerge dall'ultimo Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma, presentato questa mattina a Milano.

Dal rapporto emerge che i primi mesi del 2016 hanno offerto "confortanti segnali di ripresa sul fronte delle compravendite", anche se bisogna frenare l'ottimismo a causa del'indebolimento delle prospettive di crescita e dell'inatteso risultato del referendum sulla Brexit, che rappresenta un formidabile innesco di una nuova fase di incertezza e instabilità.

I primi tre mesi del 2016 hanno visto una crescita generalizzata di tutti i comparti, con un aumento del 17,3% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: residenziale +20,6%, commerciale +14,5%, terziario +1,3%. A distanza di 9 anni dall'inizio della crisi il mercato immobiliare, le compravendite nelle 13 grandi città italiane presenta ancora un bilancio negativo: un ridimensionamento del 40% nel segmento residenziale e del 50% degli immobili per l'impresa.

Nel segmento uffici, un nuovo rallentamento dei mercati di Milano e Roma, mentre città come Genova, Napoli e Bologna presentano un trend moderatamente positivo.

Quanto agli affitti, l'Osservatorio rileva che nel 2015 ne sono stati sottoscritti una cifra di poco superiore al milione, di cui solo il 22% ascrivibili ai comuni "ad alta tensione abitativa". La tipologia prevalente è quella degli affitti a lungo periodo (60%), mentre i contratti transitori si attestano al 18% e al 20% le locazioni a canone concordato. Solo il 2,2% è rappresentato da affitti di natura agevolata per gli studenti.



casa
Frattanto, l'Osservatorio sui prezzi delle abitazioni curato da Casa.it, rileva che ad un aumento della domanda (+2,6%) non è corrisposta un'apprezzabile crescita dei prezzi. Questi hanno evidenziato una stabilizzazione nel settore residenziale (-0,1%), con il valore medio di vendita al metro quadro pari a circa 2.010 euro.

La forbice dei prezzi fra venditori e potenziali acquirenti resta alta soprattutto nelle città di provincia rispetto ai principali comuni capoluogo. Si riduce però l’ampiezza: in percentuale, lo scarto fra i due valori a giugno 2016, è del 10,3%, comunque in miglioramento rispetto a giugno 2015 (12,2%).


Per quanto riguarda i prezzi degli immobili residenziali in offerta sul mercato, se rispetto a gennaio 2016 sono rimasti stabili, confrontando il dato con lo stesso periodo dello scorso anno il calo è dell'1,6% e di ben il 15,3% se rapportato a dieci anni fa.

"Se le stime per il 2016 erano a inizio anno molto positive, negli ultimi due mesi, tuttavia, la spinta propulsiva sembra aver perso brillantezza", ammette Alessandro Ghisolfi, Responsabile del Centro Studi Casa.it, prospettando che si dovrà attendere ancora prima di avere la certezza di essere definitivamente usciti da una fase di ciclo non positiva.








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