(Teleborsa) - Domani è il D-day: si tiene il
referendum sulla Brexit che da settimane sta tenendo i mercati con il fiato sospeso.
Mentre
il fronte del Remain recupera posizioni, anche l'
economista americano Nouriel Roubini si è aggiunto alla lista di chi è convinto che un'uscita della Gran Bretagna comporterebbe rischi e pericoli. Dal suo account Twitter, Roubini ha detto che l'uscita dall'UE "potrebbe mettere il freno all'economia britannica e farla finire in recessione, dal momento che lo choc provocato alle aziende e alla fiducia dei consumatori potrebbe essere grave". Non è inoltre escluso "un drastico calo della sterlina". In un Paese già messo sotto pressione da un alto deficit fiscale e delle partite correnti, "il Regno Unito starebbe molto meglio all'interno dell’Unione europea" ha concluso l’economista.
Della stessa idea il presidente della
Federal Reserve,
Janet Yellen, che nel suo discorso alla Commissione bancaria del Senato ha parlato di "significative ripercussioni economiche" per l'America e per la stabilità globale dei mercati finanziari". Per quanto riguarda la politica dei tassi, la Yellen ha detto: "procedere con cautela nel rialzo dei tassi ci permetterà di tenere in piedi il sostegno monetario alla crescita economica", in attesa del "rafforzamento del mercato del lavoro" e di un ritorno dell'inflazione "verso l'obiettivo del 2%".
Si è espresso sul tema anche Mario Draghi: il numero uno dell'Eurotower ha ribadito che la
BCE è pronta e sono stati fatti "tutti i passi necessari" all'eventualità di un voto favorevole all'uscita del Regno Unito dall'UE.