(Teleborsa) -
Il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha presentato agli americani il Fondo Atlante, il veicolo deputato ad intervenire nelle ricapitalizzazioni delle banche italiane, per assicurare la stabilità del sistema creditizio.
Parlando a
Washington, in un intervento presso il blasonato Peterson Institute of International Economics, ha illustrato le caratteristiche del Fondo, ribadendo che è
"un'iniziativa privata" gestita su base volontaria dal sistema bancario e che i
soggetti pubblici (governo e Bankitalia) sono intervenuti solo come
"facilitatori". Fra le questioni più discusse nei giorni scorsi va ricordata
la partecipazione della Cdp, che è stata
subito difesa dal ministro.
Il numero uno all'Economia, in una intervista a Cnbc, ieri sera, aveva già spiegato che il fondo in questione
agirà come un "backstop", cioè come una rete di sicurezza per il sistema bancario italiano e, rispondendo alle critiche di chi accusava il veicolo di "scarsa ambizione", aveva
ipotizzato per il Fondo Atlante un effetto-leva da 50 miliardi.
Il Ministro ha poi spiegato che questo strumento
non servirà per tenere fuori gli investitori stranieri dal sistema bancario italiano, ma è finalizzato a
evitare una sottovalutazione degli attivi bancari in una situazione di stress.
Padoan ha poi parlato agli economisti americani dell'
Unione Bancaria, lasciando intendere che è
un'opera ancora incompiuta perché manca il
terzo pilastro: abbiamo il meccanismo di risoluzione dlele crisi e l'autorità di vigilanza, ma manca
l'assicurazione comune sui depositi.
Il Ministro ha poi ricordato che
in Europa c'è una discussione dialettica su due aspetti: riduzione del rischio (soddisfatta dal Bail-in) e condivisione del rischio, sulla quale le
posizioni sono ancora diverse.