(Teleborsa) - La ripresa economica della zona euro è appesantita dal
rallentamento dei mercati emergenti, dalla
volatilità dei mercati finanziari, dagli aggiustamenti di bilancio e dall'implementazione non veloce delle riforme. A dichiararlo il governatore della
Banca Centrale Europea,
Mario Draghi, nella consueta conferenza stampa successiva alla decisione di politica monetaria dell'Eurotower.
La BCE ha annunciato oggi un'
estensione degli stimoli all'economia, attraverso un mix di strumenti: tassi, acquisti asset (
quantitative easing) ed una seconda operazione di lungo termine (LTRO). Il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di
tagliare i tassi d'interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale di 5 punti base, portandoli da 0,05% a zero. Ridotti della stessa misura quelli sulle
operazioni di rifinanziamento marginale, che vanno a -0,25%, mentre è più robusto il taglio dei
tassi sui depositi, che vengono ridotti di 10 punti a -0,40% da -0,30%.
Esteso anche il piano di acquisti di asset (QE) sia come ammontare, che passa
da 60 miliardi a 80 miliardi al mese, sia come tipologia di asset eleggibili, che includono ora anche i Corporate Bond europei a rating massimo (investment grade). La BCE ha deciso anche di avviare una serie di
operazioni di lungo termine a 4 anni (LTRO bis) a partire dal mese di giugno 2016.
Queste nuove azioni, ha assicurato Draghi, "aiuteranno la ripresa economica e accelereranno il ritorno dell'inflazione vicino al 2%". I "
tassi rimarranno bassi, molto bassi per lungo tempo", ha precisato il governatore della BCE, aggiungendo che "non sarà necessario ridurre i tassi ulteriormente" e che i tassi negativi sono una "scelta positiva".
L'Istituto, inoltre, potrebbe prolungare ulteriormente il piano di acquisti di titoli appena potenziato.
Nel 4° trimestre del 2015 il
PIL dell'area euro è rimasto fermo allo 0,3%, sostenuto soprattutto dalla domanda domestica. Quest'anno si nota invece una crescita più lenta, con la ripresa che procede ad un tasso modesto. La domanda interna sarà sostenuta dalle nuove misure e dalle riforme strutturali mentre il basso prezzo del petrolio darà supporto a famiglie ed aziende.
Riviste al ribasso sia le previsioni di crescita del PIL che dell'inflazione. Nel 2016 l'economia crescerà dell'1,4% e non più dell'1,7% come previsto in precedenza, precisa Draghi, con maggiori rischi al ribasso per gli squilibri dell'economia globale ed i rischi geopolitici. Nel 2017 la stima passa a +1,7% da +1,9% e nel 2018 a +1,8%.
Relativamente all'
inflazione, le previsioni sui tassi sono su livelli negativi con una ripresa solo a fine 2016. Le stime sono per un +0,1% nel 2016 dal +1% previsto a dicembre, per un +1,3% nel 2017 dal precedente +1,6% e per un +1,6% nel 2018.