(Teleborsa) -
Si rinforza il rimbalzo del petrolio scattato ieri. Stanotte sui circuiti asiatici l'oro nero ha guadagnato ulteriore terreno in scia al
crollo del dollaro ai minimi di sette settimane e ai
rinnovati rumors su un possibile taglio alla produzione.
Il biglietto verde si è molto indebolito dopo i
deludenti dati sul settore servizi statunitensi che, insieme a quelli
altrettanto poco brillanti del settore manifatturiero, confermano come l'economia statunitense sia tutt'altro che immune al rallentamento degli altri Paesi.
Inoltre ieri il Presidente della Fed di New York,
William Dudley, ha aumentato le attese per un più lento ritmo di rialzo dei tassi di interesse negli Stati Uniti, a dispetto dell'ottimo stato di salute del mercato del lavoro - come confermato ieri dagli
occupati ADP.
Il brusco calo del dollaro ha imemdiatamente favorito l'acquisto di petrolio e delle altre commodities denominate nella valuta USA, e controbilanciato il
balzo delle scorte di greggio in USA che, di solito, porta vendite sul petrolio.
Altro fattore di spinta è rappresentato dal revival delle
voci secondo cui l'OPEC potrebbe presto organizzare un meeting di emergenza e trovare un
accordo con i produttori esterni al Cartello su un eventuale taglio dell'output per rivitalizzare i prezzi.
In questo momento i
futures sul Wti in scadenza a marzo stanno guadagnando 53 centesimi a 32,81 dollari al barile mentre i
derivati sul Brent in scadenza ad aprile avanzano di 48 dollari a 35,52 dollari al barile.