(Teleborsa) - Ricevuto l'
ok alla quotazione di
Borsa Italiana e l'approvazione al prospetto informativo di
Consob,
Poste Italiane s'incammina verso Palazzo Mezzanotte dando il via all'
IPO.
La privatizzazione della società che si occupa della gestione del servizio postale in Italia, con 13mila uffici sparsi in tutto lo Stivale e 142mila dipendenti, sta dunque diventando realtà anche se "
il ruolo del governo resterà centrale", assicura l'agenzia di rating Fitch confermando il suo giudizio sull'azienda.
Gli investitori potranno prendere parte a quella che per l'Italia è la più grande privatizzazione degli ultimi sedici anni mentre per l'Europa la più grande dell'anno. Il 70% dell’offerta è riservato ad investitori istituzionali mentre il restante 30% ai piccoli investitori. La società guidata da
Francesco Caio ha previsto un
premio fedeltà per chi acquisterà azioni di Poste al suo collocamento e le terrà per un anno, con un bonus share pari ad un'azione gratuita ogni 20, che salirà a 2 azioni per i dipendenti.
Il
collocamento, che riguarderà fino al 38,2% del capitale della società, terminerà il 22 ottobre prossimo. Il range di prezzo è stato fissato tra un minimo non vincolante di 6 euro per azione e un massimo vincolante per la sola offerta pubblica di 7,5 euro, che corrisponde a una valorizzazione indicativa del capitale economico della società tra 7,8-9,7 miliardi di euro.
Da questa operazione
il Tesoro incasserà dai 2,7 ai 3,7 miliardi di euro, che andranno a ridurre l'enorme debito italiano da oltre 2 mila miliardi di euro.
La data prevista per lo sbarco di Poste Italiane a Piazza Affari sembra essere il
27 ottobre prossimo.