(Teleborsa) - Come un colpo di fulmine
arriva una sforbiciata dell'agenzia Standard and Poor's al rating del Brasile, il cui debito viene etichettato come
"spazzatura", a causa del forte deterioramento delle condizioni economiche e di finanza pubblica e delle ripercussioni sulla sua valuta.
E' tutta colpa della
crisi dei BRICS, ovvero di quelle che vengono comunemente definite economie Emergenti (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Anche
l'ultimo indicatore dell'OCSE sullo stato di salute di questi Paesi segnala venti contrari.
A motivare il taglio da parte dell'agenzia di rating sono stati una serie di fattori, il
deterioramento delle condizioni economiche del Paese, in linea con quanto sta accadendo a
Russia e
Cina, ed il
crollo della sua valuta, che quest'anno ha perso circa il 30% del suo valore contro il dollaro.
Poi, ancora,
l'escalation del deficit (ora allo 0,5% del PIL da un avanzo pari al 2% del PIL) ed una serie di
scandali ed episodi di corruzione che hanno investito la società petrolifera di Stato
Petrobas, mettendo a rischio anche la stabilità politica e la
poltrona del Presidente Dilma Rousseff.
S
&P ha dunque portato il rating sul debito da BBB-, che era ancora un livello di
investment grade e quindi affidabile,
a BB+, un livello che viene comunemente indicato come
spazzatura, poiché segnala rischi ed avverte che l'investimento in questi bond è da considerarsi di carattere speculativo.
Un bel problema anche per tutte le
aziende esposte verso il Paese, che avevano cavalcato negli anni passati la rapida ascesa della grande economia sudamericana. Ce ne sono molte, fra cui anche le italiane
Fiat,
Telecom,
Pirelli,
Enel e
Saipem.