(Teleborsa) - Cresce l'attesa per la prossima
legge di Stabilità tra
promesse di tagli e
rinnovato ottimismo sull'economia.
Secondo le stime la manovra finanziaria del 2016 al netto dell'intervento delle pensioni (che il Governo ha deciso di rinviare) dovrebbe
valere circa 30 miliardi di euro.
Cifra, questa, che dipenderà soprattutto dai
margini di flessibilità che l'Italia otterrà da Bruxelles e dalle
stime sul PIL. Per quanto riguarda i margini, il Ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha già iniziato ad affrontare l'argomento con il Commissario agli Affari Economici e Monetari in occasione del G20 di Ankara.
Le nuove stime arriveranno invece nell'
aggiornamento sul Documento di Economia e Finanza (DEF) che il Ministero dell'Economia presenterà a breve. Secondo gli analisti
non è escluso un ritocco all'insù fino ad un massimo di due decimi di punti percentuali, cosa che potrebbe liberare risorse fino a 3 miliardi di euro.
Quanto alle
possibili misure, è ormai
scontata la cancellazione di IMU e Tasi. Secondo il vice Ministro dell'Economia, Enrico Morando, l'abolizione delle tasse sulla prima casa, tenendo conto anche degli impianti imbullonati e dell'IMU agricola, costerebbe allo Stato 4 miliardi di euro "e forse più".
Previsti anche
interventi mirati per il Mezzogiorno. Anche alla luce delle
recenti dichiarazioni di Padoan sulla competitività, è possibile un sostanzioso taglio (25%?) dell'Ires sulle imprese.
Quanto ai
numerosi bonus in scadenza, si dà per certa la proroga degli
sconti sulle ristrutturazioni e dei
bonus energetici mentre permane qualche dubbio sulla
decontribuzione per i neo assunti. E' probabile che venga depotenziata, o limitata alle aziende del Sud.
Ci sono poi i cosiddetti
"capitoli obbligatori": le spese legate alle sentenze della Corte Costituzionale (l'
abolizione della Robin Hood Tax e l'
indicizzazione delle pensioni, che valgono quasi 1,5 miliardo di euro, e il
rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici) e quelle legate allo
stop dell'Unione Europea al reverse charge, una grana da 700 milioni di euro.
Per quanto riguarda le
coperture, invece, gran parte della disponibilità (circa 10 miliardi di euro) deriverà dal taglio alla spesa, ossia dalla
spending review.
Il Governo potrà contare inoltre sui
margini di flessibilità. L'Esecutivo mira ad un 0,1% di PIL dalla
clausola riforme (circa 1,6 miliardi) e oltre il doppio dalla
clausola investimenti da sommarsi allo 0,5% già indicati nel DEF della primavera scorsa.
Risorse potrebbero derivare anche dalla
minore spesa per interessi, che non è di poco conto se si tiene presente che da gennaio a fine agosto le nuove emissioni hanno assicurato risparmi per 2 miliardi di euro.
Da ricordare anche la
voluntary disclosure e il
quantitative easing della Banca Centrale Europea. Quest'ultimo potrebbe liberare risorse per circa 1 miliardo perché sugli acquisti di titoli di Stato realizzati dalla Banca d'Italia la cedola verrà girata alle casse dello Stato.