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L'economia italiana spera nel 2015: l'Istat rivede al rialzo le stime

Economia
L'economia italiana spera nel 2015: l'Istat rivede al rialzo le stime
(Teleborsa) - L'economia italiana prova a rialzare la testa, anche se la situazione economica internazionale rema contro. Il rallentamento dell'economia cinese, infatti, sta spaventando tutti i mercati finanziari mondiali che temono un effetto domino in Asia, Europa e persino America.

L'Istat, che oggi ha pubblicato i risultati definitivi, ha comunicato che nel secondo trimestre del 2015 il Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti del secondo trimestre del 2014.

La stima preliminare diffusa lo scorso 14 agosto aveva rilevato una crescita congiunturale dello 0,2% e tendenziale dello 0,5%.

Rivisto al rialzo anche il dato relativo ai primi tre mesi dell'anno, al +0,4% dal +0,3% preliminare.

La variazione acquisita per il 2015 è pari a +0,6%.

Rispetto al trimestre precedente, i principali aggregati della domanda interna hanno mostrato andamenti dissimili, con i consumi finali nazionali in aumento dello 0,3% (+0,4% per i consumi finali dei residenti) e gli investimenti fissi lordi in diminuzione dello 0,3%. Riguardo alle componenti estere si è registrata una crescita più intensa per le importazioni (+2,2%) che per le esportazioni (+1,2%).

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito positivamente alla crescita del PIL per 0,2 punti percentuali (+0,3 il contributo dei consumi delle famiglie e delle Istituzioni Sociali Private (ISP), nullo quello della spesa della Pubblica Amministrazione (PA) e -0,1 quello degli investimenti fissi lordi). Anche la variazione delle scorte ha contribuito positivamente alla variazione del PIL (+0,4 punti percentuali), mentre l’apporto della domanda estera netta è stato negativo per 0,2 punti percentuali.

Rispetto al trimestre precedente, il valore aggiunto dell’industria è rimasto stazionario e quello dei servizi è aumentato dello 0,3%, mentre quello dell’agricoltura è diminuito dell’1,1%.
La stabilità congiunturale del settore industriale deriva da una crescita dello dell’industria in senso stretto (+0,2%) e da una flessione delle costruzioni (-0,7%). In termini tendenziali, il valore aggiunto dell’industria ha registrato una variazione nulla, con un incremento dello 0,4% dell’industria in senso stretto e una flessione dell’1,5% delle costruzioni; il valore aggiunto dell’agricoltura è aumentato dell’1,7% e quello dei servizi dello 0,5%.

Circa un'ora fa l'Istat ha pubblicato anche i dati sul mercato del lavoro, che evidenziano un miglioramento ma a causa dell'aumento degli sfiduciati.


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