Grecia, la BCE ci ha messo la faccia e Draghi la sua reputazione

(Teleborsa) - La Banca Centrale Europea di Mario Draghi ha facilitato la riuscita dell’accordo tra la Grecia e i suoi creditori europei affinché si arrivasse ad un compromesso per strutturare il terzo piano di salvataggio in meno di cinque anni.

Il board della BCE alzando il limite della liquidità di emergenza per ulteriori 900 milioni di euro ha permesso al sistema bancario greco di tornare a funzionare, sostenendo quindi tutte le funzionalità tipiche del credito. Tuttavia, per rafforzare il rapporto fiduciario tra i creditori e la Grecia, Draghi è pronto ad inviare ad uno staff per controllare il rispetto delle politiche di austerità che il governo ha accettato e deliberato ieri in Parlamento.

La BCE ha interesse che la Grecia rispetti i suoi impegni, in quanto l’istituzione di Bruxelles è coinvolta su più fronti quando c'è da salvare le banche di un Paese a decidere e, nello stesso tempo, includere lo stesso paese nel programma di stimoli monetari.

Se il governo del primo ministro Alexis Tsipras non riesce a dare risposte convincenti sulle riforme, la BCE sarà ancora una volta gravata dal dilemma di un rischio di inadempienza di Atene nei confronti dei suoi creditori.

"Sembra ci sia la volontà politica questa volta, per le forzature e i violenti contrasti delle settimane scorse, di portare avanti l’accordo, ma il dato di fatto più importante è che il programma di riforma approvato non è più di esclusiva proprietà di Syriza, il partito del Premier”, ha detto Raoul Ruparel, co-direttore di Open Europe, una fondazione think-tank con sede a Londra. "Poi però si arriva alle domande finali: se non ci fossero stati questi violenti contrasti di natura politica, la Grecia avrebbe nuovamente fallito l'esame sulle riforme? Su quale politica si basa la concessione di nuovi aiuti alla Grecia?”.