(Teleborsa) - Il
processo di stabilizzazione della Grecia comincia a produrre effetti positivi sul travagliato Paese ellenico, fino a qualche settimana fa sulla porta di uscita dall'euro.
Ieri sera
Standard & Poor's ha
alzato il rating di lungo termine sul Paese a "CCC+" da "CCC-" con outlook stabile spiegando che la decisione riflette il
miglioramento nelle prospettive di liquidità.
Secondo l'agenzia statunitense la probabilità di uscita di Atene dall'Eurozona è scesa a meno del 50% al 2018, ma "
il rischio Grexit è ancora alto se il Governo non implementerà con successo l'ambizioso programma di riforme".
Standard & Poor's ha una visione molto più ottimistica sulla tenuta della Penisola ellenica rispetto agli
economisti interpellati da Bloomberg. La maggioranza di essi ritiene che ci sia ancora il pericolo che entro la fine del 2016 la Grecia sia costretta ad abbandonare il Blocco della moneta unica.
Intanto sale l'attesa per la
votazione, da parte del Parlamento ellenico, del secondo pacchetto di riforme necessarie per ottenere il terzo bailout. Le misure al vaglio riguardano
finanza e
giustizia.
Il Premier
Alexis Tsipras, alle prese con i
forti malumori dell'ala più radicale di Syriza (tra i quali spicca l'
ex Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis), ha chiesto massima collaborazione perché il popolo greco vuole rimanere nell'euro.
Il "sì", atteso non prima della mezzanotte, sembra comunque scontato grazie all'
appoggio dell'opposizione.
Quanto al
debito, grazie al
prestito ponte da oltre 7 miliardi di euro la Grecia è stata in grado di
restituire 1,6 miliardi al Fondo Monetario Internazionale e 3,5 miliardi alla Banca Centrale Europea.
Le
nuove deadlines sono il
20 agosto, quando dovranno essere restituiti alla BCE altri 3,2 miliardi, e
settembre, quando andrà in scadenza un prestito dell'FMI da 1,5 miliardi.
E' dunque chiaro che
entro il 20 agosto i creditori internazionali dovranno aver approvato definitivamente la concessione del terzo prestito da 86 miliardi di euro.