(Teleborsa) - Il Parlamento greco ha approvato le
prime misure di salvataggio chieste dai creditori europei per mantenere a galla il paese.
L’attenzione adesso si sposta sulla
Banca centrale europea, che sta valutando se e quanto denaro “pompare” nello zoppicante sistema finanziario greco.
Dopo più di quattro ore di dibattito, esteso fino a notte inoltrata,
229 membri del parlamento su 300 deputati, hanno detto SI al pacchetto di misure di austerità che sono il presupposto affinché
Atene ottenga gli 86 miliardi di euro di aiuti. 32 membri della coalizione del primo ministri Tsipras, quelli della sinistra radicale, si sono opposti alla proposta di legge. Segno evidente che
Alexis Tsipras ha perso la sua maggioranza.
Il voto pone l’onere per la BCE e gli altri governi dell’euro zona, nell’immediato, di distribuire maggiori fondi di emergenza, per aiutare le banche ad avviare un processo di normalizzazione teso alla riapertura, dopo
un mese di serrata e di contingente controllo dei capitali che hanno ulteriormente devastato il tessuto economico del paese.
Il
Consiglio Direttivo della BCE si riunisce oggi a Francoforte per ratificare il SI di Atene. Domani invece si esprimerà la camera bassa del Bundestag, che voterà sull’opportunità di avviare i negoziati di salvataggio per aiutare la Grecia a coprire i suoi debiti e pagare pensioni e stipendi.
“Accettare l'accordo con i creditori è stata per me una decisione che peserà per il resto della mia vita”, ha detto il ministro delle Finanze, Euclide
Tsakalotos, ai parlamentari greci riuniti per il voto. "Non so se abbiamo fatto la cosa giusta, ma so che abbiamo fatto qualcosa per la quale non c’erano alternative”.