(Teleborsa) - Dopo le scarpe, i giocattoli e altre esportazioni,
la Cina potrebbe presto avere un'altra cosa da offrire al mondo: la recessione.
Questa è la previsione di Ruchir Sharma, responsabile dei mercati emergenti di
Morgan Stanley, convinto che una continuazione del
rallentamento della Cina, nei prossimi anni,
possa schiacciare la crescita economica globale al di sotto del 2%, una soglia sotto cui il mondo andrebbe in recessione.
Sarebbe la
prima crisi globale, negli ultimi 50 anni, senza il contributo negativo degli Stati Uniti.
"La prossima recessione globale sarà causata dalla Cina", ha detto Sharma, che gestisce per Morgan Stanley oltre 25 miliardi di dollari. "Nel corso dei prossimi due anni,
la Cina probabilmente sarà l’anello più debole per l'economia globale".
Mentre la crescita della Cina sta rallentando, l'influenza del paese è aumentata dopo essere divenuta la seconda più grande economia del mondo, superando il Giappone.
I numeri dicono che
la Cina lo scorso anno ha rappresentato il 38% della crescita globale, in crescita dal 23% stimata nel 2010. E’ il più grande paese importatore mondiale di rame, alluminio e cotone, e il più grande partner commerciale per paesi come Brasile e Sudafrica.
Il
Fondo Monetario Internazionale, la scorsa settimana, ha
tagliato le sue previsioni di crescita globale per il 2015 al 3,3%, rispetto al 3,5% stimato in aprile, citando il rallentamento negli Stati Uniti. Stabile invece la previsione sulla crescita cinese per quest’anno, vista al 6,8%, il più lento dal 1990 e provocato dalle "maggiori difficoltà" per la fase di transizione del paese verso un nuovo modello di crescita che, secondo Morgan Stanley, comporta un rischio per la ripresa globale.