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Grecia alla gogna, i falchi mettono Tsipras con le spalle al muro

Economia
Grecia alla gogna, i falchi mettono Tsipras con le spalle al muro
(Teleborsa) - I leader europei hanno dato al primo ministro greco, Alexis Tsipras, l’opportunità di una semplice scelta: rinnegare i suoi principi che l’hanno portato a vincere le elezioni di gennaio 2015 o uscire dall’euro.

I leader della Zona Euro hanno presentato a Tsipras una lunga lista di cose non fatte e promesse nei precedenti salvataggi e l’hanno messo alla gogna per gli ultimi sei mesi di carica piuttosto turbolenta.

I creditori avrebbero dato tre giorni al Governo greco per mettere in atto le loro principali richieste, in cambio del terzo piano di salvataggio in cinque anni.

Con la Grecia a corto di soldi e le sue banche costrette a rimanere chiuse chissà per quanto tempo ancora, il confronto di Bruxelles viene reputato come l’ultima occasione per Atene di rimanere nell'euro.

"La situazione è estremamente difficile, se si considera la situazione economica in Grecia e il peggioramento negli ultimi mesi, ma ciò che è stato perso riguarda anche la fiducia e l’affidabilità di un Paese", ha detto il cancelliere tedesco Angela Merkel, ai giornalisti. La Germania ha anche lanciato la prospettiva di sospendere la Grecia dall'Euro Zona per cinque anni.

Oltre al diktat di tagliare le pensioni e aumentare l'imposta sulle vendite, che Tsipras ha accettato la settimana scorsa, la nota dell’Eurogruppo chiede anche il diritto di veto sull’attività legislativa di Atene.

I leader della Zona Euro vogliono anche che Tsipras trasferisca fino a 50 miliardi di euro di beni dello Stato, in un fondo di diritto lussemburghese indipendente, per la vendita, oltre a chiedere il licenziamento dei lavoratori fin qui assunti, a dispetto degli impegni assunti da Atene per i salvataggi precedenti.

"Mi piacerebbe vedere la Grecia dimostrare già da oggi, nell'attività parlamentare, di essere pronta ad apportare seriamente dei cambiamenti, legislativi e strutturali, che devono essere messi in atto”, ha detto il primo ministro irlandese Enda Kenny. "Ogni giorno che passa, le eventuali soluzioni divengono sempre più costose".
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