(Teleborsa) -
La Commissione europea si gioca il "jolly" e tenta di sanare la crisi apertasi venerdì notte, quando il Premier greco ha interrotto le trattative con i creditori,
annunciando un referendum sulla proposta europea per il 5 luglio.
Stando a ricorrenti voci della stampa internazionale ed ellenica, ieri sera, il Presidente della Commissione europea
Jean Claude Juncker,
protagonista ieri dell'ultimo accorato appello al popolo greco, avrebbe
chiamato al telefono il Premier greco Alexis Tsipras per fare un'ultima proposta, che conterrebbe una promessa di sostegno alla Grecia per la crescita (si parla di circa 35 miliardi a carico del bilancio europeo).
Se a Bruxelles tutto è confuso, la situazione è ancor più nebulosa ad Atene. In un primo momento, un portavoce del governo greco aveva confermato che
Tsipras domenica voterà NO al referendum e che avrebbe
snobbato l'ultima proposta di Juncker, arrivata proprio
nel giorno in cui scade il prestito di 1,6 miliardi con l'FMI. Poi, un'altra fonte ha dichiarato che
ora il Premier ellenico sta "riconsiderando" la proposta e la sta valutando.
Vero o no, la questione è che i
colloqui fra l'UE e la Grecia si sono fatti sempre più "vischiosi" e non è detto che portino necessariamente la Grecia fuori dall'euro. Lo ha lasciato intendere più volte la cancelliera tedesca
Angela Merkel, che ha etichettato la Grexit come uno scenario da evitare a tutti i costi. E qualcosa ha lasciato intendere anche il Ministro delle finanze greco
Yanis Varoufakis che, in una intervista al Telegraph, ha parlato della
possibilità di ricorrere alla Corte di Giustizia europea nel caso di espulsione della Grecia dall'area della moneta unica.