(Teleborsa) - Ieri l'OCSE oggi l'FMI.
"Le condizioni finanziarie accomodanti, il calo del petrolio e un mercato del lavoro solido dovrebbero sostenere la congiuntura americana nella parte restante dell'anno, ma l'andamento dei primi mesi inevitabilmente trascinerà verso il basso la crescita del 2015".
Così il
Fondo Monetario Internazionale (FMI) motiva la decisione di rivedere al ribasso le proprie stime sull'economia a stelle e strisce prevedendo ora una crescita del PIL del 2,5% (ad aprile aveva previsto un +3,1%) che tornerà ad espandersi del 3% nel 2016. Il
taglio delle stime segue quello adoperato ieri dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico l'economia (OCSE) che ha previsto un PIL in aumento del 2% quest'anno (+2,4% la stima precedente) e un +2,8% nel 2016.
Tuttavia, l'FMI ha precisato che si tratta di "un rallentamento temporaneo" e non di "un freno duraturo alla crescita".
Il fondo guidato da
Christine Lagarde ha riconosciuto il recupero del mercato del lavoro sebbene "la disoccupazione di lungo termine" sia "frenata dalla partecipazione". L'FMI prevede un tasso di disoccupazione al 5,3% quest'anno e al 5,2% nel 2016.
L'organismo con sede a Washington ha qundi invitato il
FOMC, il comitato di politica monetaria della
Federal Reserve, a "continuare a fare dipendere le proprie scelte dai dati macroeconomici" e "rimandare il primo aumento dei tassi di interesse finché non ci saranno maggiori segnali" su salari e inflazione "di quelli attualmente evidenti".