(Teleborsa) -
L'economia dell'Eurozona continua a fornire segnali contrastanti alla fine del primo trimestre, a conferma che la crisi non è del tutto alle spalle e che sono giustificate le
misure di stimolo lanciate dalla BCE.
La
Germania, economia più florida dell'Unione monetaria, ha segnato il passo, vedendo
rallentare il PIL allo 0,3% dallo 0,7% precedente. Il dato, che è anche
inferiore al consensus degli economisti pari a 0,5%, risente della debolezza dei consumi interni e del rallentamento del commercio internazionale.
Diversa la situazione dell'altra grande economia europea, la
Francia, il cui
PIL ha riportato un'accelerazione allo 0,6% dopo la stagnazione riportata a fine 2014. In questo caso, la crescita
supera le attese pari a +0,4%, ma a ben guardare non mette al riparo da nuovi possibili battute d'arresto.
Secondo gli economisti, l'accelerazione del PIL sarebbe
frutto di una ripresa temporanea del ciclo e non appare così importante da indicare una svolta.
Quanto alla Germania, secondo gli esperti dovrebbe continuare a crescere a ritmi più elevati dell'Eurozona nei prossimi due anni, mentre le sorti di paesi come Francia ed Italia dipendono dalle riforme e la Grecia potrebbe continuare a pesare sul sentiment.
Sono usciti oggi anche i
dati del PIL dell'Italia, che torna a crescere dello 0,3%, più delle previsioni.