(Teleborsa) - E' iniziato il conto alla rovescia verso quelle che, secondo molti, potrebbero essere ricordate tra le
elezioni più importanti nella storia della Gran Bretagna.
Per molti saranno storiche soprattutto per la
grande incertezza dei risultati, cosa piuttosto inusuale nel Paese che è reduce da decenni di stabilità politica.
Ma potrebbero essere storiche anche perché dal loro esito potrebbe dipendere la
permanenza del Regno Unito nell'Unione Europea, visto che l'attuale Premier
David Cameron ha promesso di indire un referendum in materia, nel 2017, se riconfermato a Downing Street.
Per ora l'unica certezza è che
le urne si apriranno giovedì 7 maggio e che il testa a testa sarà tra i
laburisti di Ed Miliband e i
Conservatori di Cameron.
Ma non bisogna trascurare gli oltranzisti dell'
UKIP guidati da
Nigel Farage, già reduce dal trionfo nelle elezioni europee. Farage, oltre all'uscita dall'UE, spinge anche per la chiusura delle frontiere.
A complicare ulteriormente la situazioni ci si è messo lo
Scottish National Party guidato da Nicola Sturgeon, ossia il
partito indipendentista scozzese che aveva promosso il referendum per l'indipendenza della Scozia.
Dai
poll è emerso che circa il 40% degli elettori è ancora indeciso sul da farsi e molti cittadini decideranno al momento del voto.
Gli ultimi sondaggi indicano inoltre un
testa a testa tra Conservatori e Laburisti. E' possibile che nessuno dei due partiti vada oltre il 35%, cosa che porterebbe lo schieramento vittorioso ad avere una
maggioranza piuttosto risicata e non più di 300 seggi in Parlamento sui 650 disponibili.
Non sono in pochi a scommettere sull'ingovernabilità della Gran Bretagna,
dove l'elettorato è molto cambiato negli ultimi anni. Si stima, solo per fare un esempio, che un votante su 10 è nato all'estero.