(Teleborsa) -
Uscire dal tunnel dei tassi di interesse zero non è per la Fed la
questione di più difficile soluzione. Si scopre adesso che la Banca Centrale americana ha davanti a sé una sfida più ardua, cioè quella di
mettere mano nei tempi e nei modi più coerenti all'immenso portafoglio a reddito fisso, ad oggi il più grande del mondo, messo in piedi negli ultimi 5 anni, per sostenere il sistema bancario e finanziario degli Stati Uniti, aggredito dalla crisi.
A meno di un anno da oggi, la Fed deve
decidere se reinvestire i 216 miliardi di dollari di proventi ricavati dai titoli di debito del Tesoro riacquistati dalle banche in scadenza nel 2016,
o usarli per ridurre il proprio bilancio. Il mancato reinvestimento da parte della Fed farebbe aumentare l'offerta di titoli a disposizione degli investitori e mettere pressione al rialzo dei rendimenti.
Il peso di un
portafoglio “over size”, pari a 4.200 miliardi dollari, si aggiungerà quindi alla stretta monetaria che i funzionari della Fed prevedono che possa attuarsi a partire dalla seconda metà del 2015.
Coniugare la tempistica delle due sfide, che la Fed si appresta a sostenere, sarà molto difficile.
Janet Jellen ha detto che l’economia Usa è ancora fragile e che per questo il ritmo di intervento sui tassi sarà graduale e prudenziale.
“La decisione di iniziare a gestire attivamente il portafoglio obbligazionario della Fed potrebbe dare alla Jellen una
ragione in più per procedere lentamente o addirittura congelare per qualche tempo l’aumento dei tassi”, ha detto
Drew Matus, vice capo economista per gli l’area Usa, a UBS Securities. "La nostra visione di base è che il
ritmo degli aumenti dei tassi sarà molto lento, se non addirittura sospeso per un semestre”.
(Foto: © Mihai Andritoiu)