(Teleborsa) - La BCE "stampa" moneta e fa crollare l'euro. La moneta unica infatti si conferma stamane
ai minimi da quasi 12 anni nei confronti del dollaro in una giornata condizionata ancora una volta dal
piano di acquisti di titoli di Stato, avviato ieri dalla
Banca centrale europea.
La tensione sul mercato valutario si tocca con mano mentre gli investitori guardano anche agli
sviluppi dei colloqui tra la Grecia e i suoi creditori, che si avvieranno domani. Sul fronte macroeconomico, va segnalato il
passo falso della produzione industriale italiana mentre
in Francia l'attività economica è cresciuta oltre le attese.
Il
cross eur/usd scambia al momento a 1,075 dollari. Il biglietto verde dal canto suo, beneficia delle attese di un
rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, già nella prima metà dell'anno. Il cable dollaro/yen vale 121 yen dopo aver superato quota 122 per la prima volta dal luglio 2007.
La divaricazione tra le politiche monetarie di Fed e BCE sembra alla base del trend ribassista per la moneta unica. Il
governatore della Fed di Dallas, Richard Fisher, ha chiesto un graduale innalzamento dei tassi,
il primo dal 2008, dopo che il
Job Report ha confermato una forte crescita dell'occupazione ed un calo del tasso di disoccupazione al 5,5%.
L'attenzione degli operatori si sposta ora
a metà marzo, quando la Banca centrale americana tornerà a riunirsi. Il prossimo board fornirà qualche indizio sulle intenzioni dell'istituto, soprattutto se nel comunicato rimane o meno il termine "paziente", da cui si capiranno i tempi della stretta monetaria di
Janet Yellen.