(Teleborsa) - Una delle più grandi sfide per la
Fed sarà ciò che accadrà domani, quando
Janet Yellen, si presenterà al Congresso degli Stati Uniti, per
comunicare il proprio orientamento monetario, dopo un anno in cui quasi tutto sembra essere andato per il meglio.
La Yellen siederà di fronte ad una maggioranza Repubblicana, sia alla Camera che al Senato, che ha da tempo espresso insoddisfazione per le politiche monetarie della Banca Centrale.
L'economia, mettendo a segno il suo sesto anno di espansione, è in fase di accelerazione. L'inflazione è bassa. L’occupazione, su base trimestrale, ha avuto il più grande balzo degli ultimi 17 anni. I prezzi del petrolio più bassi hanno dato respiro alle famiglie americane, mentre il rallentamento delle esportazioni è stata l’unica nota stonata per una situazione che, complessivamente appare in ancora in buona forma per continuare a guidare la ripresa.
Anche con tutte queste buone notizie, i funzionari della Fed continuano a tenere il tasso di rifinanziamento vicino allo zero, per il sesto anno consecutivo. Nel mese di gennaio, hanno cominciato a preoccuparsi sui rischi di un possibile rialzo e nello stesso tempo hanno discusso nel dettaglio le modalità per arrivare ad una stretta monetaria.
Se i responsabili della Fed non hanno imparato nulla nel corso degli ultimi sei anni, tengono comunque presente che la recessione ha lasciato cicatrici profonde sull'economia, attraverso i mercati immobiliari e del lavoro, oltreché attraverso il comportamento dei consumatori e delle imprese.
Un
aumento di tasso in giugno, o al massimo a settembre, vorrebbe dire esser sicuri che l'economia ha abbastanza slancio per continuare a galoppare anche con oneri finanziari più elevati.
La più grande incognita per la Yellen e il suo staff, è come le condizioni finanziarie risponderanno al primo aumento dei tassi. Come ciò influenzerà gli investimenti delle imprese, il mercato immobiliare e il costo del credito per i consumatori di tutti i giorni.
Superare una reazione oltre misura, dipenderà molto dalla comunicazione sui tempi e sul ritmo di aumenti dei tassi.