(Teleborsa) - Continuano a raffreddarsi le quotazioni del
petrolio che restano al di sotto dei 50 dollari al barile, anche se sopra i minimi toccati nell'ultimo periodo.
A penalizzare il greggio concorrono le stime sulla domanda mondiale, che si conferma debole, in raccordo con le
stime di crescita aggiornate sull'economia mondiale. Un effetto positivo, però, potrebbe essere esercitato dal
PIL cinese, che si conferma in frenata al 7,4%, anche se in linea con le attese (il governo di Pechino ha anche ribadito che si tratta della nuova "normalità").
Intanto, il contratto di febbraio sul
Light Crude scambia a 47,57 dollari, con una limatura dello 0,02% rispetto alla vigilia, quando il greggio aveva ceduto il 2,7% nonostante la chiusura dei mercati americani per la festività del Martin Luther King Day. Più pronunciato il calo del
Brent, che scivola dell'1% a 48,33 dollari.