(Teleborsa) - Lo spettro della deflazione spaventa l'Eurozona e
preoccupa seriamente le autorità di politica monetaria.
Oggi l'
Eurostat ha annunciato la
prima battuta d'arresto dall'ottobre del 2009 per l'inflazione dell'Eurozona, dato chiave per le prossime decisioni della BCE. I prezzi al consumo della zona euro sono scesi dello 0,2% nel mese di dicembre rispetto allo stesso mese di un anno fa.
Dunque per l'Eurozona il dato temuto è arrivato: è caduta in una spirale di calo dei prezzi, che ostacola la riduzione del debito e colpisce il potere di acquisto dei consumatori, minando così la fragilissima ripresa UE.
Si tratta di una ulteriore spinta all'azione di Mario Draghi con il quantitative easing. Una situazione, infatti, che aumenta le probabilità di un'operazione di acquisto di titoli di Stato di grandi dimensioni a breve, da parte della BCE. "Siamo nella fase tecnica di preparazione per modificare le dimensioni, la velocità e la composizione delle nostre misure all'inizio del 2015, se queste dovessero essere necessarie, per reagire a un periodo troppo lungo di bassa inflazione", aveva detto recentemente il presidente della Banca centrale europea.
In Italia, l'Istat ha appena annunciato che
il tasso di inflazione è sceso ai minimi dal 1959.
Intanto l'
euro segna nuovi minimi verso il dollaro e
il petrolio scende ancora, con il Brent sotto 50 dollari al barile.