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Anief racconta la sua battaglia legale a favore dei precari

Economia, Welfare
Anief racconta la sua battaglia legale a favore dei precari
(Teleborsa) - Si è tenuto oggi il convegno organizzato dal sindacato degli insegnanti Anief, presso la Sala Mercede di Palazzo Marini. L'evento è servito per ripercorrere le tappe legali del ricorso promosso dal sindacato dinanzi alla Corte di giustizia europea, che ha portato alla condanna dell'Italia per l'annosa questione dei precari ed alla richiesta di stabilizzazione dei circa 250 mila precari della scuola.

Ha aperto il convegno il presidente dell'Anief Marcello Pacifico, che ha commentato la sentenza, passando subito la parola ad un portavoce della Confedir, il quale ha ripercorso le motivazioni del ricorso circa due anni fa. La grandezza di questa sentenza - si è sottolineato - non è tanto negli aspetti giuridici, quanto piuttosto nel fatto che il principio della stabilizzazione dei precari si può estendere a tutti i lavoratori del pubblico impiego, dove la popolazione dei precari è grandissima. Si può applicare ad esempio nel settore medico, dove l'uso del precariato è quasi una costante.

Marcello Paccifico ha poi spiegato che i ricorsi sono stati presentati alla Corte Ue da più fori competenti, in primo luogo dal Foro di Napoli, e successivamente riuniti in un unico ricorso. Poi, ha ricordato le motivazioni che hanno condotto al ricorso e che hanno ispirato la lotta dell'Anief al precariato. Il segretario ha messo in luce le peculiarità della scuola e del diritto all'istruzione, che hanno motivato la battaglia legale, sfociando in questa sentenza che obbligherà lo stato alla stabilizzazione ed al risarcimento del danno e degli scatti di anzianità perduti dai precari di lunga durata (oltre 5 anni).

L'avvocato Miceli del foro di Palermo ha anche messo in luce anche alcuni aspetti irrisolti, ad esempio il fatto che la sentenza esclude una larga platea di lavoratori della scuola (personale ATA) e, pur svuotando le graduatorie ad esaurimento, non risolve il problema degli insegnanti presenti nelle graduatorie d'istituto. Occorre, allora una presa di coscienza a livello statale, perché sin quando la questione del precariato non verrà risolta a livello parlamentare, le vittorie saranno sempre parziali e discriminatorie.
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