(Teleborsa) - Non si arresta la
caduta del rublo sulle principali controparti.
Oggi la moneta russa, ex enfant prodige dei Paesi Emergenti, ha toccato un
nuovo minimo di sempre sia sul dollaro che sull'euro, in scia ai timori per le implicazioni della
nuova politica valutaria adottata dalla Banca Centrale russa.
Mercoledì l'Istituto ha fatto sapere che
limiterà il proprio intervento sul mercato delle valute per far sì che il tasso di cambio del rublo sia determinato prevalentemente da fattori di mercato.
Pertanto i suoi acquisti giornalieri di rubli non supereranno mai i 350 milioni di dollari, salvo ovviamente qualche intervento eccezionale.
Prima di questa decisione la Bank of Russia era scesa in campo in modo massiccio
per evitare un eccessivo deprezzamento del rublo, sotto pressione a causa del
calo del prezzo del petrolio e delle
sanzioni imposte a Mosca dall'Occidente.
Le
perplessità degli investitori per questo ammorbidimento dell'Istituto Centrale sono evidenti anche sul mercato azionario e obbligazionario.
Alla
Borsa di Mosca l'indice
RTI, che comprende i 50 titoli più liquidi tra le principali emittenti russe ed è denominato in dollari, sta cedendo quasi 1 punto percentuale mentre sul
mercato secondario i rendimenti dei
titoli di Stato decennali russi è balzato al 10,3%, ai massimi da novembre del 2009.
Anche il costo per assicurare il debito russo da eventuali default del Paese (cosiddetto
credit default swap) si è portato ai massimi di un anno.