(Teleborsa) - La
Legge di Stabilità approvata mercoledì sera dal Consiglio dei Ministri sta sollevando numerose
polemiche, ma la più accesa è quella con le Regioni.
Le cifre della
spending review hanno seriamente preoccupato gli enti locali poiché andranno inevitabilmente ad incidere sui servizi ai cittadini, in particolar modo sulla
sanità.
Il Presidente della Conferenza delle Regioni,
Sergio Chiamparino, ha dichiarato che "la manovra è insostenibile per le Regioni a meno di non incidere sulla spesa sanitaria o compensare con nuove entrate, lamentando una "leale collaborazione istituzionale".
Immediata la replica del premier
Matteo Renzi, che si è detto pronto ad incontrare i presidenti di regione, affermando però in un tweet: "non ci prendiamo in giro. Se vogliamo ridurre le tasse, tutti devono ridurre spese e proteste".
Poco prima il presidente del Consiglio aveva scritto: "una manovra da 36 miliardi e le Regioni si lamentano di 1 in più? Comincino dai loro sprechi anziché minacciare di alzare le tasse", specificando in seguito che "tagliare i servizi sanitari è inaccettabile. Non ci sono troppi manager o primari? È impossibile risparmiare su acquisti o consigli regionali".
Non ci sta Chiamparino: "considero offensive le parole di Renzi perché ognuno deve guardare ai suoi sprechi, e mi chiedo: nei ministeri forse non ce ne sono?".
Nel frattempo si attende il
giudizio di Bruxelles sulla manovra, che giungerà il 29 ottobre prossimo. - Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, si è fiducioso, spiegando che "con l'Europa abbiamo un dialogo aperto".