(Teleborsa) - A quanto ammontano i passivi delle famiglie italiane con banche e istituti creditizi? E qual è, mediamente, il loro livello di indebitamento?
Le risposte a questi e altri quesiti, particolarmente diffusi alla luce della crisi che non sembra voler abbandonare il Paese, arrivano dalla CGIA di Mestre, l'Associazione di Confartigianato che riunisce gli artigiani e le piccole imprese di Mestre e che si occupa di studi e statistiche.
Premesso che per
indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane si intende quello originato dall'accensione di mutui per l'acquisto di una abitazione, dai prestiti per l'acquisto di un auto/ moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc, i
passivi accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a
496,5 miliardi di euro (i dati si riferiscono al 2013) mentre le
famiglie italiane sono
indebitate per un importo medio pari a
19.251 euro.
Interessante è la
ripartizione geografica. Le province più "esposte" sono quelle lombarde, infatti al primo posto si collocano le famiglie residenti nella provincia di Monza-Brianza. Seguono quelle di Milano e quelle residenti a Lodi. In fondo alla classifica nazionale, invece, si piazzano le famiglie della provincia di Vibo Valentia, quelle dell'Ogliastra e quelle di Enna.
Altro elemento significativo è l'
evoluzione del fenomeno: dall'inizio della crisi (anno 2007) il debito medio nazionale è aumentato del 35,1%, ma dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono in calo.
Questo significa che con il riacutizzarsi della crisi le famiglie italiane hanno preferito indebitarsi sempre di meno, privilegiando il risparmio, spiega la CGIA, aggiungendo che tra la fine del 2011 e lo stesso periodo del 2013, i depositi delle famiglie consumatrici sono aumentati a livello nazionale del 12%.
Più crisi, meno prestiti, dunque. Ma anche meno consumi. Il solito cane che si morde la coda. E il
PIL del'Italia va giù .