(Teleborsa) - "Le priorità sono crescita e lavoro". Con queste poche parole il presidente della Commissione europea,
Jose' Manuel Barroso, ha spiegato quali devono essere i principali obiettivi dell'Europa.
Barroso ha poi spiegato a coloro che condanno l'austerity che "non c'è contraddizione tra consolidamento dei conti pubblici e crescita" e che "il riequilibrio dei conti pubblici non è fine a se stesso ma è uno strumento per favorire la crescita e l'occupazione".
Presentando le
raccomandazioni europee, la Commissione europea si è soffermata sulla
Francia, che pur avendo i conti in ordine deve accelerare sulle riforme.
Per Parigi, infatti, c'è il rischio di non raggiungere l'obiettivo del deficit/Pil al 3% per il prossimo anno.
Guardando all'
Italia, servono sforzi aggiuntivi per raggiungere gli obiettivi del patto di stabilità e crescita. Il nostro Paese, comunque, è riuscito ad evitare la bocciatura di Bruxelles alla richiesta di avere
più tempo per il raggiungimento del pareggio di bilancio.
L'Italia deve adottare nuove misure di bilancio per il 2014 "alla luce dell'emergere di uno scarto rispetto ai requisiti del patto di stabilità e crescita, in particolare alla regola della riduzione del debito, stando alle previsioni di primavera 2014 della Commissione".
L'Italia, inoltre, viene invitata dalla Commissione europea a "portare a compimento l'ambizioso piano di
privatizzazioni; attuare un aggiustamento di bilancio favorevole alla crescita basato sui significativi risparmi annunciati che provengono da un miglioramento duraturo dell'efficienza e della qualità della spesa pubblica a tutti i livelli di governo, preservando la spesa atta a promuovere la crescita, ossia la spesa in ricerca e sviluppo, innovazione, istruzione e progetti di infrastrutture essenziali".
Per la Commissione occorre inoltre "trasferire ulteriormente il carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi, ai beni immobili e all'ambiente, nel rispetto degli obiettivi di bilancio; a tal fine, valutare l'efficacia della recente riduzione del cuneo fiscale assicurandone il finanziamento per il 2015, riesaminare la portata delle agevolazioni fiscali dirette e allargare la base imponibile, soprattutto sui consumi".
"Resta cruciale per l'Italia l'attuazione rapida e completa delle misure adottate, sia al fine di colmare le carenze esistenti a livello di attuazione, che al fine di evitare l'accumulo di ulteriori ritardi", ha puntualizzato la Commissione.
Buone notizie, invece, per 6 Paesi membri: si è conclusa la procedura di deficit eccessivo per
Austria, Belgio, Danimarca, Olanda, Slovacchia e Repubblica Ceca.
Croazia e Polonia, invece, si stanno ancora adoperando per ridurre il deficit.