(Teleborsa) - Molto probabilmente da ieri i magistrati che indagano sulle
tangenti all'Expo 2015 hanno le idee molto più chiare sulla cosiddetta "Cupola degli appalti".
Sebbene i
verbali siano stati
secretati - e questo fa pensare alla presenza di elementi e nomi molto delicati - da quanto si evince gli
interrogatori di Maltauro e Cattozzo, due dei sette arrestati per lo scandalo di
Expo 2015, sono stati molto costruttivi.
Quello di
Enrico Maltauro è durato ben nove ore. L'imprenditore vicentino avrebbe ribadito quanto detto al gip lunedì, ossia di aver versato "mazzette" in gare pilotate per ottenere appalti.
Le suddette tangenti sarebbero finite nelle mani del factotum
Sergio Cattozzo, ex segretario ligure dell'Udc, che sempre ieri è stato protagonista di un interrogatorio durato 4 ore mentre continuano a circolare le foto che lo ritraggono con Maltauro nella sala privata di un hotel a Roma (era dicembre del 2013).
Quanto agli altri
indagati, l'ormai ex direttore della pianificazione acquisti di Expo,
Angelo Paris, avrebbe chiesto ai pm di essere ascoltato. Durante l'interrogatorio di garanzia il manager aveva ammesso di aver fatto errori respingendo però l'accusa d far parte della "Cupola degli appalti".
Primo Greganti, invece, starebbe preparando un memoriale per difendersi dalle accuse in quanto, memore dell'arresto ai tempi di Tangentopoli, vorrebbe evitare l'esperienza traumatica del carcere, come dichiarato da uno dei suoi legali. Questi primi interrogatori corrono paralleli alla
guerra che si sta consumando in Procura tra il capo Edmondo Bruti Liberati e i sostituto procuratore Alfredo Robledo.
Resta inoltre da capire come si muoverà
Mr. Anticorruzione Raffaele Cantone rimetterà "a posto le cose" nella sempre più intricata Esposizione Universale di Milano.