(Teleborsa) - Prima Poste Italiane e Enav, poi STMicroelectronics e Eni. Forse anche Ferrovie dello Stato e Cassa Depositi e Prestiti. Si allunga la lista delle aziende pubbliche che verranno (o potrebbero essere) privatizzate per dare respiro alle finanze italiane.
A parlarne è il ministro dell'Economia,
Fabrizio Saccomanni, in occasione di un'audizione in commissione Lavori pubblici del Senato sulla privatizzazione di Poste e Enav, che faranno da apripista.
Il titolare di Via XX settembre ha premesso che la "più importante delle motivazioni" che hanno spinto il governo a procedere con le dismissioni è l'
esigenza di ridurre in modo consistente il debito pubblico.
Di quanto? "In relazione alla prima fase di privatizzazioni, ritengo possa essere considerata attendibile una stima complessiva di
benefici finanziari per lo Stato dell'ordine di 8-9 miliardi di euro", ha spiegato Saccomanni specificando che si tratta di stime preliminari e provvisorie che riguardano Poste Italiane, Enav, Eni ed STM.
E non è detto che tra le prossime aziende ad essere privatizzate non ci siano anche
FS e Cdp: "Il governo guarda con favore a ipotesi concrete di dismissioni di partecipazioni da Ferrovie dello Stato e Cassa depositi e prestiti, in particolare con l'apertura al capitale privato di Fincantieri", ha spiegato il ministro.
Quanto a
Poste Italiane e
Enav, Saccomanni ha affermato che l'obiettivo è quello di completare le operazioni di vendita di azioni delle due società nel miglior modo possibile e in tempi brevi, tenendo ovviamente conto della situazione dei mercati finanziari nei mesi in cui si procederà all'esecuzione delle due operazioni".
E' inoltre possibile che i dipendenti di Poste e Enav parteciperanno alla privatizzazione mediante incentivi. "Potranno così essere previste quote dell'offerta riservate ai dipendenti (tranche dell'offerta riservata e lotti minimi garantiti), specifiche modalità di finanziamento all'atto della sottoscrizione e forme incentivanti in termini di prezzo, ad esempio, come in precedenti operazioni di privatizzazione, bonus share maggiorata rispetto al pubblico retail", ha poi precisato.