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Marò, il Governo indiano fa dietrofront sulla pena di morte

Marò, il Governo indiano fa dietrofront sulla pena di morte
(Teleborsa) - Si apre uno spiraglio di luce per Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due fanti di marina trattenuti in India da quasi due anni con l'accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati (il fatto risale al 15 febbraio del 2012).

Secondo il quotidiano indiano Indian Express, a causa delle crescenti pressioni internazionali il governo del paese asiatico avrebbe fatto pressione sul Ministero dell'Interno affinché riveda il via libera ad invocare il Sua Act, la legge antiterrorismo che prevede la pena di morte e che la polizia investigativa indiana (NIA) vorrebbe applicare sui due soldati italiani.

Al ministero, spiega il quotidiano, "è stato richiesto di considerare il fatto che la legge è stata pensata per far fronte ad atti di terrorismo e pirateria e questo non è il caso dell'omicidio dei due pescatori".

Inoltre il tribunale speciale di New Delhi ha deciso oggi di rinviare al prossimo 25 febbraio la discussione sulla richiesta della NIA di trasferire i marò sotto la tutela dello stesso tribunale.

Negli ultimi giorni si sono moltiplicati gli appelli internazionali a favore di Latorre e Girone. Giusto ieri il Presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, aveva avvertito che Bruxelles è contraria alla pena di morte in qualunque situazione, aggiungendo che qualunque decisione delle autorità indiane sul caso dei due fanti italiani avrà un impatto sulle relazioni tra Unione Europea e India.
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