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La Corte Costituzionale mette al bando il Porcellum

Politica
La Corte Costituzionale mette al bando il Porcellum
(Teleborsa) - La Consulta mette al bando il Porcellum, dichiarandone l'illegittimità costituzionale, sia con riguardo al premio di maggioranza senza soglia che alle liste bloccate.

La norma concernente il premio di maggioranza, dichiarata illegittima, è quella che dispone l'assegnazione del premio sia alla Camera che al Senato alla lista o coalizione che abbia ottenuto i maggiori voti anche senza raggiungere 340 seggi a Montecitorio ed il 55% delle preferenze a Palazzo Madama.

Inoltre, è illegittima la previsione di liste "bloccate", vale a dire quelle che non consentono all'elettore di esprimere una preferenza.

La decisione della Corte Costituzionale sul Porcellum ha subito un'accelerazione ieri sera, quando la Corte ha deciso di iniziare a discutere della legge elettorale a partire dalle 9.30 di stamattina.

Ieri mattina si è svolta invece l'udienza pubblica iniziata con l'illustrazione della causa da parte del giudice relatore Giuseppe Tesauro. Poi ha preso parola l'avvocato Aldo Bozzi, il promotore del ricorso contro il Porcellum. In particolare, i dubbi di incostituzionalità riguardano il premio di maggioranza, ottenuto senza la fissazione di un quorum minimo prestabilito, e le liste bloccate. Secondo l'agguerrito 80enne, l'attuale legge elettorale lede il diritto di voto e sopprime il diritto di scelta individuale dell'elettore.

"Resta fermo che il Parlamento può sempre approvare nuove leggi elettorali, secondo le proprie scelte politiche, nel rispetto dei principi costituzionali", ha sottolineato la Consulta. Quali sono i possibili scenari futuri? La legge elettorale su cui si discute da diverso tempo dovrà ora prendere la corsia di sorpasso su qualsiasi altra riforma costituzionale.

Il Presidente del Senato, Piero Grasso, ha detto proprio ieri che "se lo stallo dovesse continuare, nonostante i recenti sviluppi politici, non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera dei Deputati". I gruppi parlamentari non riescono a trovare un accordo politico, ha ammesso Grasso, rilevando che si rischia di "non sentire la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro tutti i partiti".
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