(Teleborsa) - Nel 2010, l'Autorità per l'energia ha sottoposto a vigilanza 525 imprese del settore energetico per verificare il rispetto del divieto di traslazione sui prezzi dell'addizionale Ires, la cosiddetta Robin Hood Tax.Dai controlli svolti in collaborazione con il Nucleo Speciale Tutela Mercati della Guardia di Finanza sono emersi 113 casi di variazioni dei margini di contribuzione per i quali scatteranno ulteriori verifiche e analisi da completarsi nel 2011. Lo comunica una nota dell'Authority.
L'Autorità ha anche concluso 22 istruttorie su aziende del settore energetico, accertando nove casi di violazione del divieto di traslazione dell'imposta, per un totale complessivo di circa 2 milioni di euro. E' quanto emerge dalla Relazione annuale sull'attività di vigilanza svolta nel corso dell'anno 2010 sul divieto di traslazione della cosiddetta "Robin Hood Tax" che l'Autorità è tenuta a trasmettere al Parlamento entro il termine del 31 dicembre.
La Relazione evidenzia anche alcune criticità che riguardano, in particolare, i poteri attribuiti all'Autorità e la possibilità di irrogare sanzioni amministrative a fronte di violazioni della Robin Hood Tax: su tali temi è stato chiamato a pronunciarsi il Consiglio di Stato. "Se all'Autorità non fossero riconosciuti tali poteri e, quindi, in mancanza di qualsiasi deterrente, la norma che impone il divieto di traslazione potrebbe essere disattesa dagli operatori" ha affermato il Presidente Alessandro Ortis.
Fra le criticità segnalate dall'Autorità nella Relazione, vi è anche la mancata previsione di un incremento delle risorse umane impegnate nei controlli: "per continuare nell'attività di vigilanza, vi è l'esigenza primaria di incrementare le risorse umane da dedicare a questa attività, a cui si è sinora in parte sopperito con la fattiva collaborazione della Guardia di Finanza. In tal senso, l'Autorità ha negli ultimi anni, in più occasioni, rivolto segnalazioni al Parlamento e al Governo" ha aggiunto Ortis.
Fra le criticità segnalate dall'Autorità nella Relazione, vi è anche la mancata previsione di un incremento delle risorse umane impegnate nei controlli: "per continuare nell'attività di vigilanza, vi è l'esigenza primaria di incrementare le risorse umane da dedicare a questa attività, a cui si è sinora in parte sopperito con la fattiva collaborazione della Guardia di Finanza. In tal senso, l'Autorità ha negli ultimi anni, in più occasioni, rivolto segnalazioni al Parlamento e al Governo" ha aggiunto Ortis.