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Chiaroscuri Francesi

Conti esteri, Nucleare, Aerospazio, Transizione ambientale...


L'andamento dei tassi di interesse, da tempo al rialzo anche in Europa, ha implicazioni complesse: sempre in ordine alle relazioni internazionali, un primo effetto positivo è rappresentato dalla svalutazione dei titoli a più basso rendimento emessi in precedenza e detenuti dai non residenti. Ne deriva una riduzione del valore corrente delle passività verso l'estero. Ma c'è un altro effetto, negativo: se, come accade in Francia, perdura il deficit della bilancia commerciale e si ricorre al finanziamento dall'estero per coprirlo, il maggior onere per il servizio di questo nuovo debito si aggiunge all'esborso che deriva dalle scadenze relative alle obbligazioni a tasso variabile già emesse. Pertanto, se i tassi di interesse interni tendono a superare quelli degli investimenti di portafoglio effettuati all'estero, si riduce anche il saldo attivo dei redditi primari che sostiene la bilancia dei pagamenti correnti. Questo si evince dalla Relazione della Banca di Francia sul 2022: nonostante il record negativo registrato dalla bilancia dei pagamenti correnti, arrivato a 53,9 miliardi di euro (pari al 2% del PIL), si è registrato un miglioramento di 143 miliardi di euro della posizione finanziaria verso l'estero rispetto al 2021, con il passivo netto ridottosi a 629 miliardi. La concomitante svalutazione dell'euro ha contribuito a rafforzare questa correzione.

Di converso, già nel 2022 l'aumento dei tassi di interesse aveva comportato un peggioramento del deficit relativo ai flussi degli interessi netti pagati dalla Francia. Si è triplicato, arrivando a 17 miliardi di euro rispetto ai soli 6 miliardi dell'anno precedente: in questo caso, le decisioni della Bce non hanno avuto alcun effetto in termini di raffreddamento dell'inflazione interna ma solo di arricchimento dei creditori esteri.

Sempre nel 2022, sui conti esteri della Francia hanno avuto un forte impatto positivo anche i proventi dei servizi di trasporto marittimo, influenzati dal forte rialzo dei noli registrato nel 2021: hanno fruttato un attivo di ben 29,4 miliardi di euro nel 2022 che ha ampiamente compensato il passivo strutturale che caratterizza invece le altre componenti di trasporto, pari all'incirca a 7 miliardi di euro l'anno. Nel complesso, il contributo positivo è passato dai 14,1 miliardi del 2021 ai 21,6 miliardi del 2022.

Oltre ai comparti dei viaggi e dei trasporti, anche gli "altri servizi" hanno procurato alla Francia un saldo attivo, che è stato di 13 miliardi di euro nel 2022, in ribasso rispetto ai 16,7 miliardi dell'anno precedente: i servizi di telecomunicazioni e di informatica hanno segnato un deficit di 6,1 miliardi, peggiorando quello di 5,1 miliardi registrato nel 2021; i servizi di ricerca e sviluppo hanno confermato il passivo strutturale che li caratterizza da oltre un decennio, con 1,3 miliardi; in campo commerciale, i servizi hanno ridotto l'attivo ad appena 1,3 miliardi di euro rispetto ai 4,6 miliardi dell'anno precedente; il settore della manutenzione e riparazione ha registrato invece un surplus consistente, di ben 4 miliardi di euro. A fare meglio di tutti sono stati i servizi finanziari, che hanno aumentato il proprio surplus portandolo a 10,4 miliardi rispetto agli 8,8 miliardi del 2021, "in parte grazie al rafforzamento della piazza di Parigi a seguito della uscita del Regno Unito dalla Unione europea", come ha sottolineato la Banca di Francia.
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